Incursione delle Pussy Riot alla Trump Tower di New York

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Le Pussy Riot hanno esposto uno striscione alla Trump Tower di New York (Getty Images)
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Le attiviste del collettivo di protesta russo hanno esposto uno striscione all'interno del grattacielo per chiedere la liberazione dei prigionieri politici

Le Pussy Riot hanno effettuato un'incursione alla Trump Tower di New York per protestare contro il proprio governo e sensibilizzare il mondo occidentale sulla loro battaglia per la liberazione dei prigionieri politici.

Il caso

La dichiarazione di intenti delle Pussy Riot è stata pubblicata anche sulla loro pagina Facebook. Il gruppo ha rivelato di essere a New York per collaborare con alcuni attivisti della Grande Mela nella comune protesta contro il governo russo. Nello striscione, che le donne hanno esposto al Trump Tower, si legge "Free Sentsov". Il riferimento è al regista ucraino Oleg Sentsov, che attualmente si trova in carcere in Russia. L'uomo è stato condannato a 20 anni di reclusione con l'accusa di terrorismo, ma secondo i suoi avvocati e sostenitori il vero motivo starebbe nelle posizioni critiche assunte dal regista nei confronti delle operazioni militari russe in Crimea. Anche Amnesty International ha chiesto la sua liberazione, definendo il processo "ingiusto".

L'appello per la liberazione

Lo scopo dell’incursione alla Trump Tower, dunque, è stato principalmente quello di focalizzare l’attenzione sul caso del regista ucraino in particolare e sui prigionieri politici in generale. Oltre a Sentsov, le Pussy Riot hanno citato, infatti, anche l'anarchico Olexandr Kolchenko, condannato in Russia a 10 anni di reclusione. Secondo il gruppo femminista, inoltre, Sentsov sarebbe stato anche torturato durante le indagini. L'appello delle attiviste è quello di unirsi alla loro battaglia per la liberazione dei prigionieri politici, "poiché crediamo – hanno scritto nel loro post su Facebook – che non ci siano confini per la nostra solidarietà".

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