Catalogna, aziende in fuga dopo il referendum. Fmi: rischi da crisi

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Alcune delle società in fuga dalla Catalogna: CaixaBank, Gas Natural e Banco Sabadell

Dal governo un decreto che agevola lo spostamento delle imprese. Tante si stanno muovendo: Caixa, prima banca catalana, trasferisce la sede sociale alle Baleari; Gas Natural (colosso energetico) e Agbar (gestisce la distribuzione idrica a Barcellona) traslocano a Madrid

Le tensioni post-referendum in Catalogna hanno avuto un impatto pesante anche sull’economia della regione. I timori per un’indipendenza unilaterale, per il mancato riconoscimento dell’Ue e per la situazione politica e sociale, hanno convinto molte aziende e società a lasciare Barcellona e dintorni. Una “fuga” agevolata anche dal governo spagnolo: Madrid ha infatti approvato un decreto che favorisce lo spostamento delle imprese. E alcuni colossi hanno già annunciato il proprio trasferimento mentre il Fmi ha lanciato un allarme per le possibili conseguenze economiche della crisi.

Il decreto di Madrid

Il governo spagnolo ha approvato il 6 ottobre un decreto che agevola il trasferimento delle sedi sociali delle imprese. Come spiegato dal ministro dell'economia Luis de Guindos, la misura agevola in particolare lo spostamento dalla Catalogna ad altre parti della Spagna delle aziende catalane che temono di restare fuori dall'Ue se ci sarà una dichiarazione di indipendenza. Il documento varato dall'esecutivo Rajoy rende più facili e veloci le procedure per le aziende, eliminando l’obbligo di passare attraverso l'assemblea dei soci. 

La Caixa si sposta alle Baleari

Tra le fughe più eclatanti c’è quella di CaixaBank (La Caixa), il primo istituto bancario catalano, il terzo in Spagna. Il principale attore finanziario della regione, che controlla buona parte dell'economia locale, ha deciso di spostare la sede sociale da Barcellona a Palma di Maiorca. In una nota, CaixaBank ha prima comunicato che il suo cda aveva deciso di spostare la sede legale a Valencia, "alla luce della attuale situazione politica e sociale in Catalogna”. Poi la decisione di andare alle Baleari, "finché persisterà questa situazione". Stessa decisione per la CriteriaCaixa, una società controllata al 100% che ha in gestione il patrimonio della banca.

Gas Natural via dalla Catalogna

L’eventuale “Cataexit” ha spaventato anche il colosso dell'energia Gas Natural. Ieri il cda ha deciso di trasferire da Barcellona a Madrid la propria sede sociale prima di una possibile dichiarazione di indipendenza della Catalogna. Il gruppo energetico è di base a Barcellona sin dalla sua nascita nel 19esimo secolo. A spingere Gas Natural è stato l'orientamento della Fundacion Bancaria La Caixa, principale azionista del gruppo bancario CaixaBank (a sua volta principale socio di Gas Natural) che ha sollecitato il cambio della sede dell'istituto di credito.

La società idrica di Barcellona si sposta a Madrid

Anche Aigues de Barcelona (Agbar), la società mista che gestisce la distribuzione idrica a Barcellona, ha spostato la sua sede sociale a Madrid. Lo scrive la Vanguardia online, citando fonti finanziarie, secondo le quali la decisione e' stata presa nel corso di un consiglio di amministrazione straordinario. Il 15% di Agbar è del comune di Barcellona.

Le altre aziende in fuga

La prima azienda ad annunciare lo spostamento è stata giovedì Banco Sabadell, che ha deciso di trasferire ad Alicante la sede sociale. Ieri invece il presidente di Freixnet, la ditta produttrice di spumante Cava, ha annunciato che proporrà al cda di spostare la sede sociale fuori dalla Catalogna. Soluzioni simili sarebbero state ipotizzate anche da Service Point (servizi imprese), Dogi (tessile) Oryzon (biotecnologia) e Eurona (telecomunicazioni). Ci starebbe pensando anche il colosso autostradale Abertis, con la quale l'italiana Atlantia vuole fondersi.

I timori del Fmi

Anche il fondo Monetario internazionale ha lanciato l’allarme per i seri rischi sull'economia spagnola se dovesse persistere la crisi catalana che potrebbe minare la ripresa in corso. Lo “strappo” catalano sta creando preoccupazione negli ambienti economici e imprenditoriali locali, anche in coloro che negli anni hanno mostrato simpatia verso il sentimento autonomista. Negli ultimi giorni, con la svolta unilaterale, aziende e banche sono venute allo scoperto criticando l'operato del 'Governo'. Una indipendenza non pattuita porterebbe la Catalogna automaticamente fuori dall'Unione Europea. Le banche poi, fuori dalla Bce, avrebbero un problema di liquidità e dovrebbero far fronte a una fuga di depositi dei risparmiatori e degli investitori e un assalto alle filiali simile a quello vista in Grecia.

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