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Brasile, procuratore accusa Lula e Dilma di associazione a delinquere

Mondo
Lula da Silva e Dilma Rousseff (archivio Getty)

Denuncia alla Corte suprema contro i due ex presidenti nell'inchiesta sui fondi neri Petrobras. Sono accusati di aver creato un’organizzazione per appropriarsi di denaro del colosso petrolifero. Spunta audio di presunta corruzione a esponenti del sistema giudiziario

Gli ex presidenti della Repubblica brasiliana Luiz Inacio Lula da Silva e Dilma Rousseff sono stati accusati di associazione per delinquere. Il procuratore generale brasiliano Rodrigo Janot ha presentato denuncia alla Corte suprema contro i due, nell'ambito dell'inchiesta “Lava Jato” sui fondi neri Petrobras. L’accusa riguarda anche altri sei importanti esponenti del loro Partito dei lavoratori.

“Organizzazione criminale”

Secondo il procuratore Janot, esistono forti indizi che il Partito dei lavoratori fondato da Lula abbia formato una "organizzazione criminale" per prendere denaro dal colosso statale del petrolio, Petrobras. Gli accusati, in particolare, tra il 2002 e il 2016 avrebbero ricevuto tangenti per un ammontare complessivo di 1,5 miliardi di reais (oltre 400 milioni di euro). Per il procuratore generale, Lula è stato il "grande ideatore della creazione di questa organizzazione criminale”.

Spunta audio con accuse di corruzione 

Intanto, in un audio, ora in mano agli inquirenti e divulgato da alcuni media, emergono dialoghi tra due imprenditori denunciati per corruzione e divenuti collaboratori di giustizia nei quali vengono fatte velate accuse alla procura generale e alla Corte suprema brasiliane. Il proprietario del colosso Jbs, Joesley Batista, e un dirigente della stessa impresa, Ricardo Saud, fanno i nomi di importanti esponenti del sistema giudiziario - tra cui Marcello Miller, ex braccio destro del procuratore generale Rodrigo Janot - affermando di poterli “manipolare” per ottenere favori e sconti di pena.

La condanna a 9 anni e 6 mesi

Lula, un mese fa, è stato condannato in primo grado per corruzione e riciclaggio di denaro a nove anni e sei mesi di reclusione. Dopo la sentenza era stata disposta la confisca dei beni dell’ex presidente. I legali hanno chiesto però di sbloccare i beni a lui destinati dalla pensione e dai libretti di risparmio.

Chiesta assoluzione in un altro filone

Pochi giorni fa, invece, il pubblico ministero federale brasiliano ha chiesto l'assoluzione di Lula nel processo in cui è stato rinviato a giudizio per tentata ostruzione delle indagini nell'inchiesta “Lava Jato”. L’ex presidente, insieme ad altre sei persone, tra politici, imprenditori e banchieri, era accusato di aver cercato di comprare il silenzio dell'ex direttore del colosso petrolifero, Nestor Cervero, che nel frattempo è divenuto collaboratore di giustizia.

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