L’ex presidente è stato giudicato colpevole di aver intascato tangenti per 3,7 milioni di reais, pari a poco più di un milione di euro, per la ristrutturazione di un appartamento. Non finirà in carcere, così ha deciso il giudice federale di Cutriba
'Mani Pulite' brasiliana fa la sua prima vittima illustre: l'ex presidente Luiz Inacio Lula, alla guida del colosso sudamericano dal 2003 al 2010, è stato condannato a nove anni e mezzo di carcere per corruzione attiva e passiva e riciclaggio di denaro. La sentenza è stata emessa in primo grado da Sergio Moro, giudice federale di Curitiba, nell'ambito dell'inchiesta Lava Jato sui fondi neri del colosso petrolifero statale Petrobras.
La condanna di un presidente
E' la prima volta dall'entrata in vigore della Costituzione del 1988 che un ex presidente della Repubblica subisce una condanna penale, anche se lo stesso Moro gli ha voluto evitare il carcere affermando che serve "prudenza" perché la custodia cautelare per un ex Capo dello Stato provoca "traumi".
Il 71enne Lula, ex sindacalista ed ex leader del Partito dei lavoratori, era già rinviato a giudizio altre quattro volte nell'ambito dell'inchiesta. E' stato giudicato colpevole di aver intascato tangenti per 3,7 milioni di reais, pari a poco più di un milione di euro. In particolare, attraverso tre contratti stipulati dall'impresa di costruzioni Oas con Petrobras, Lula si sarebbe fatto ristrutturare un attico di lusso a Guaruja', sul litorale di San Paolo.
Lula ha sempre respinto le accuse
"Non vale la pena essere onesti in Brasile", aveva messo le mani avanti Lula nei mesi scorsi in vista della probabile condanna. Lui ha sempre respinto ogni addebito e ora ha già annunciato che presenterà appello: del resto, continua a essere popolare e i sondaggi lo darebbero in testa per le presidenziali dell'ottobre
2018, a cui aveva annunciato l'intenzione di candidarsi ma da cui sarà probabilmente escluso. Se confermata, la condanna finirà per acuire le tensioni politiche, già fortissime dopo che due settimane fa l'attuale presidente Michel Temer (che ha sostituito Dilma Rousseff dopo l'impeachment di un anno fa), è finito a sua volta sotto inchiesta.
La ristrutturazione di un appartamento
Molti brasiliani rimpiangono l'era del "presidente operaio" per il boom economico legato all'esplosione dei prezzi delle materie prime, dalla soia, alla carne, al ferro, al petrolio. Il pool di Curitiba, che ha sempre messo nel mirino Lula come "grande vecchio" della corruzione politica, ora è riuscito a condannarlo ma per una vicenda minore come la ristrutturazione di un appartamento.
L'inchiesta Lava Jato ha già portato in prigione i due più importanti dirigenti del partito di Lula, l'ex ministro Antonio Palocci e Josè Dirceu. Ma lo stesso è accaduto anche negli altri partiti. Nello scandalo è finito anche l'ex candidato presidenziale del Psdb, il partito socialdemocratico (di destra, Aecio Neves).