Stati Uniti, la città di Los Angeles cancella il Columbus Day

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Un rappresentante del Mexica Movement durante un sit-in di protesta contro il Columbus Day a Los Angeles nel 2015 (Getty Images)

La festa dedicata a Cristoforo Colombo e celebrata in tutto il Paese dalla comunità italo-americana è stata sostituita dal Consiglio comunale con l'“Indigenous Peoples Day”. Si tratta dell'ultimo capitolo della “guerra dei simboli” iniziata dopo Charlottesville

La città di Los Angeles, California, ha deciso di cancellare il Columbus Day. La festa, istituita il 12 ottobre 1937 dal presidente Franklin D. Roosevelt, lascia spazio alla giornata di commemorazione delle "popolazioni indigene, aborigene e native vittime del genocidio - affermano gli attivisti che hanno sostenuto l'iniziativa - commesso dall'esploratore genovese".

La votazione del Consiglio di Los Angeles

Los Angeles diventa così la più grande città degli Stati Uniti ad avere abrogato ufficialmente dal suo calendario la festività celebrata soprattutto dalla comunità italo-americana. La decisione è stata presa lo scorso mercoledì 30 agosto nel corso di un consiglio comunale in cui la festa in onore dello scopritore delle Americhe veniva definita come un momento offensivo da molti gruppi attivisti di nativi americani e altre minoranze. Con la votazione, presa quasi all'unanimità con 14 voti a 1, è stata anche istituito l' “Indigenous Peoples Day”, che proprio come il Columbus verrà celebrato il secondo lunedì di ottobre e verrà considerata, a livello lavorativo, un giorno di vacanza retribuito. “Le documentazioni storiche sono inequivocabili nel documentare gli orrori commessi da Cristoforo Colombo e dai suoi uomini contro i popoli nativi che hanno incontrato” ha sostenuto il consigliere e membro del gruppo nativo dei Wyandotte, Mitch O’Farrell, citato dal "Washington Post".

La guerra alla storia

La decisione di Los Angeles ha incontrato la dura opposizione da parte della comunità italo-americana che sostiene la festività e il personaggio a cui è dedicata come un momento molto importante di richiamo alle proprie origini e alla propria cultura. Una posizione contro la quale si sono schierati movimenti “anti-Columbus Day”, che stanno manifestando in tutti gli Stati Uniti. Un movimento partito dalla mobilitazione contro la manifestazione dei suprematisti bianchi a Charlottesville, Virginia. Nel mirino, dapprima le statue dei generali sudisti. Poi i monumenti a Italo Balbo e perfino a George Washington e Thomas Jefferson. Passando per Cristoforo Colombo, appunto, accusato con la sua scoperta di aver dato il via al massacro degli Indios. In tutto il Paese sono tanti i gruppi di attivisti che hanno chiesto la rimozione delle statue di Colombo, come quella che sorge all'interno del Columbus Circle a New York. Sempre nei pressi della Grande Mela, a Yonkers, una statua di Colombo è stata decapitata all'inizio di questa settimana.

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