Il premier dopo l'incontro a Roma con il presidente del Partito socialdemocratico tedesco sul tema dell'immigrazione: "Si acceleri su rafforzamento Unione". LO SPECIALE
"Serve un impegno comune", senza rassegnarsi all'idea che la sfida migratoria "possa essere lasciata a singoli paesi per scelta del caso e della geografia". A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Partito socialdemocratico tedesco Martin Schulz. Per il premier c’è una "comune convinzione" che questa sia "una fase in cui, anche grazie ai risultati positivi economici, bisogna accelerare in Ue che punti sulla promozione degli investimenti, nella dimensione sociale, nel rafforzamento dell'unione monetaria e fiscale e una maggiore responsabilità comune".
Schulz: "Non si possono lasciare soli i Paesi"
Schulz, dopo l'incontro, ha ribadito che "non si possono lasciare soli i Paesi, con Paolo abbiamo parlato di solidarietà che deve essere anche pratica e concreta. Dal 2015 si è solo perso tempo". E ha ricordato: "Ho parlato sia con il cancelliere austriaco Kern sia con il presidente portoghese che ha detto che anche il Portogallo è subito disposto di accogliere migranti". Il tedesco nel pomeriggio sarà a Catania dove salirà a bordo di un pattugliatore della guardia costiera ormeggiato in porto e di solito impegnato in operazioni di soccorso ai migranti. Successivamente, è previsto l’incontro con il ministro degli Interni, Marco Minniti, con cui Schulz visiterà un centro di accoglienza.
Gentiloni: 1 agosto dettagli missione in Libia alle Camere
Gentiloni è anche tornato sulla questione libica e, in particolare sull’invio di navi richiesto dal governo di Tripoli. I dettagli della missione "li stiamo discutendo in queste ore", ha ricordato il premier che ha fatto sapere che ulteriori informazioni verranno presentate martedì prossimo (1 agosto) alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.
Macron: "Hotspot in Libia", ma l'Eliseo precisa
E proprio sulla Libia, è tornata a concentrarsi anche l'attenzione della Francia. Nel giorno dell’incontro tra Gentiloni e Schulz, il presidente francese, Emmanuel Macron durante una visita ad Orleans ha annunciato che il suo Paese creerà, quest’estate, degli hotspot in territorio libico. Un annuncio che però viene smorzato in un secondo tempo da fonti dell'Eliseo interpellate dall'Ansa che precisano che che una simile ipotesi potrebbe diventare eventualmente di attualità solo quando la sicurezza del Paese verrà pienamente garantita. L'annuncio arriva dopo i negoziati di pace per la Libia che si sono tenuti a Parigi tra i leader dei due governi antagonisti del Paese nordafricano.
Gentiloni: "Noi abbiamo la nostra agenda"
Su questo tema Gentiloni ha ricordato: "Noi abbiamo la nostra agenda". L'Italia, per il presidente del Consiglio, è impegnata "sul piano dell'accoglienza, sulla discussione con le ong di una serie di regole" e nel "favorire la riconciliazione delle forze". "Se poi c'è l'impegno di tutti i paesi Ue", ha aggiunto, "tutte le iniziative sono benvenute ma deve essere chiaro che i passi sono questi, le misure sono queste ed i problemi di stabilizzazione non si risolvono in modo diverso". Nel pomeriggio su questo. e altri temi che al momento creano tensione con la Francia, si è svolto un colloquio telefonico tra Gentiloni ed Emanuel Macron.
Alfano: no improvvisazione sugli hotspot
Anche il ministro degli Esteri, Angelino Alfano ha commentato l'annuncio da parte della Francia della creazione di hotspot in Libia: "Non si può anche da parte della Francia andare avanti con battute improvvisate. I campi in Libia vanno gestiti dalle organizzazioni internazionali come l'Unhcr. Non è una materia che si può affrontare con battute improvvisate".
Gentiloni e Juncker in contatto anche d'estate
Ancor prima del faccia a faccia tra il candidato alla cancelleria tedesca e il premier italiano, il dialogo tra il nostro Paese e Bruxelles in tema di migrazioni era stato consolidato dopo una telefonata tra Gentiloni e il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker. Nel colloquio, avvenuto il 26 luglio, il premier ha ringraziato Juncker per la lettera con cui l’Ue ha messo a disposizione risorse e fondi aggiuntivi per affrontare la pressione migratoria e per istituire un gruppo di contatto permanente per il periodo estivo.
Ue: finanziamenti per 30mila profughi in Grecia
Intanto, la Commissione europea ha lanciato, ad Atene, anche il progetto europeo “Sostegno d’emergenza all’integrazione e alla sistemazione abitativa” (Estia) che, entro fine anno, prevede che saranno 30mila i profughi arrivati in Grecia che potranno vivere in veri e propri appartamenti, sia nelle isole che nelle città del Paese. I richiedenti asilo, inoltre, riceveranno assistenza finanziaria diretta. Il finanziamento previsto è di 209 milioni di euro.