Sondaggio, il mondo non ha fiducia negli Usa e nel suo presidente
MondoLo rivela un'indagine condotta dal Pew Research Center su 40mila persone, secondo la quale il livello di apprezzamento globale per gli Stati Uniti è passato dal 64 al 49%, mentre quello verso il numero uno dell'amministrazione è sceso dal 64% di Obama al 22% di Trump
Il mondo non ha più fiducia negli Stati Uniti. Lo rivela un sondaggio condotto dal Pew Research Center (Prc) secondo il quale l'apprezzamento degli altri Paesi nei confronti degli Usa è passato dal 64 al 49 percento nel passaggio dalla presidenza di Barack Obama a quella di Donald Trump.
L'era Obama è ormai lontana
L'indagine, condotta su un campione di 40.447 persone in 37 paesi tra il 16 febbraio e l'8 maggio del 2017, ha evidenziato una profonda e generalizzata sfiducia nei confronti delle capacità di Trump nel riuscire a gestire gli affari internazionali. Solo il 22 per cento degli intervistati ha dichiarato di apprezzare l'operato del 45mo presidente: una percentuale ben più bassa rispetto al 64 per cento ottenuto da Barack Obama durante il suo mandato a Washington. Secondo i dati di Prc, sono bastati appena cinque mesi di presidenza Trump per annullare la buona percezione sugli Usa che a livello globale si era ottenuta dopo otto anni di presidenza democratica. Il dissenso maggiore, riporta l'indagine, è quello che si è registrato nei Paesi più vicini agli Stati Uniti, come i vicini Messico e Canada, e i partner europei come Germania e Spagna.
La politica cinica di Trump
La politica dell' "America First", che Trump ha attuato fin dal 20 gennaio, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, sembra essere alla base dell'enorme perdita di consensi nei confronti degli Usa. In rapida successione, il presidente ha velocizzato le procedure per costruire un muro di confine fra Stati Uniti e Messico, annunciato l'uscita degli Usa dagli accordi di Parigi sul clima, e accusato Paesi come Canada, Germania e Cina di attuare pratiche di commercio sleali. Una condotta peggiorata ulteriormente dopo le dichiarazioni del presidente sulla necessità di tagliare i fondi statunitensi alle spese per la partecipazione alla Nato, per il clima e per il commercio.
I paesi più critici
Secondo gli analisti del Prc le percentuali di gradimento europee nei riguardi di un presidente americano non erano così basse dai tempi di George W. Bush. In Svezia la fiducia nei confronti del presidente statunitense è passata dal 93% di Obama ad appena il 10%, in Olanda si è passati dal 92 al 17%, in Germania dall'86 all'11%, in Italia dal 68 al 25%. "Il calo della fiducia verso gli Usa è diffuso – si legge nel rapporto di Pew - La quota di persone con una visione positiva degli Stati Uniti è crollata in una serie diversificata di Paesi dell'America Latina, dell'America del Nord, dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa". In Messico l'opinione positiva verso il presidente è scesa dal 49 al 5%, mentre quella nei confronti degli Stati Uniti nel loro complesso ha subito una flessione notevole passando dal 66 al 30%. Per gli abitanti di un altro vicino, il Canada, la fiducia nei riguardi del capo dell'amministrazione è scesa dall'83 al 22%, mentre quella sul Paese dal 65 al 43%.
Più impopolare di Putin e Xi Jinping
In quanto a gradimento globale, il 22 percento ottenuto da Trump lo pone addirittura dietro due leader globali non molto popolari come Vladimir Putin e Xi Jinping. Per i presidenti di Russia e Cina il tasso di fiducia del mondo è rispettivamente del 27 e del 28%, mentre la cancelliera Angela Merkel, la quarta dei leader mondiali presi in esame dal Prc, raggiunge una percentuale del 42%. I paesi meno fiduciosi verso le politiche di Trump sono, secondo i dati, il Messico (5%) e la Spagna, nella quale appena il 7% dei cittadini si è detto sicuro dell'operato presidenziale.
La misura più impopolare è il muro col Messico
La figura di Trump è, comunque, poco apprezzata a livello globale: il 75% degli intervistati lo ha definito arrogante, il 65% intollerante e il 62% addirittura pericoloso. Le proposte politiche del presidente che più hanno attirato disapprovazione sono quelle del muro al confine con il Messico, negativa per il 76% degli intervistati; l'uscita dai maggiori accordi commerciali (negativa per il 72%); il cosiddetto "Muslim ban", ovvero il divieto per i cittadini di sei Paesi islamici di entrare nel territorio Usa, considerato un errore dal 62% degli intervistati.