Il 19 giugno cominceranno le trattative tra Londra e Bruxelles per l'attivazione dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona. La procedura dovrà concludersi entro due anni
Si terrà lunedì 19 giugno il primo round negoziale tra Ue e Gran Bretagna per la Brexit. Lo hanno reso noto il dipartimento britannico per l'uscita dalla Ue e la Commissione europea con una nota congiunta: "Il capo negoziatore della Commissione, Michel Barnier, ed il segretario di stato per l'uscita dall'Unione Europea, David Davis, hanno concordato oggi di lanciare lunedì 19 giugno il negoziato per l'Articolo 50".
La scelta di uscire dall’Unione
Il 23 giugno del 2016 oltre 17 milioni di persone, equivalenti al 51,9% dei voti, si è espressa a favore della Brexit attraverso un referendum consultivo (il Parlamento non era costretto a ratificarlo, per questa ragione è al voto una legge per attuare la volontà popolare). Il 24 giugno il primo effetto concreto della scelta referendaria: le dimissioni del primo ministro David Cameron. Il leader del partito conservatore era stato il promotore del referendum e nei mesi precedenti si era speso molto per il "remain", il fronte contrario all’uscita dall’Ue. Il giorno dopo la consultazione, Cameron ha deciso di fare un passo indietro affermando: "Il popolo britannico ha scelto una strada e ha bisogno di una guida per andare in quella direzione. Non è giusto che io sia il capitano che guiderà la nave verso la destinazione futura".
May: "Brexit significa Brexit"
Tre settimane più tardi, il 13 luglio, l'attuale premier allora ministro dell’Interno Theresa May raccoglie l’eredità di Cameron e diventa la seconda donna della storia a capo del governo del Regno Unito, dopo Margaret Thatcher. Nonostante fosse stata una cauta sostenitrice del "remain", May promette che "Brexit significa Brexit" e che "nessun accordo è meglio di un cattivo accordo". La Gran Bretagna in particolare non ha intenzione di pagare un “conto del divorzio” dall'Ue da 100 miliardi di euro, ha fatto sapere David Davis, affermando che Londra è disposta a saldare “quanto è legalmente dovuto” in base agli accordi ma non "semplicemente ciò che l'Ue vuole". Proprio il desiderio di avere le mani più libere nella trattativa con l'Ue aveva indotto Theresa May a convocare elezioni anticipate ma l'esito del voto dell'8 giugno non è stato quello che la premier aveva sperato. I conservatori hanno infatti perso la maggioranza assoluta in Parlamento. Nonostante questo Theresa May ha annunciato la formazione di un nuovo governo affermando: "Serve stabilità per avviare la Brexit".