Era il 20 gennaio 2009 quando il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti s'insediava a Washington. Il 20 gennaio 2017 il passaggio di consegne con Donald Trump. In mezzo ci sono due mandati fatti di luci, ombre e una popolarità sempre in crescita. A cura di Valeria Valeriano
20 gennaio 2009-20 gennaio 2017: la presidenza di Barack Obama, primo presidente afroamericano della storia degli Usa, inizia e finisce in queste due date. In mezzo ci sono due mandati alla Casa Bianca fatti di luci e ombre. Ecco alcune delle tappe più importanti –
Il 20 gennaio 2009 Barack Obama, nato a Honolulu il 4 agosto 1961 ed ex senatore dell’Illinois, s’insedia alla Casa Bianca. È il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Con lui, durante la cerimonia, ci sono la moglie Michelle Robinson e le figlie Sasha e Malia. Obama, democratico, ha vinto le elezioni del 4 novembre 2008 contro il repubblicano John McCain con il 52,9% dei voti. Come vicepresidente sceglie Joe Biden e come segretario di Stato Hillary Clinton, che aveva sconfitto nelle primarie –
Il 22 gennaio 2009 il neo-presidente firma l’ordine di chiusura del carcere di Guantanamo e diverse norme contro la tortura. La prigione doveva essere smantellata entro l’anno ma, anche a causa del voto contrario del Senato, è ancora aperta anche se la maggior parte dei detenuti sono stati trasferiti –
Dal 31 marzo al 5 aprile 2009 Obama è in Europa per il suo primo tour nel continente da presidente: va a Londra (nella foto) per il G20 e poi a Parigi, Berlino e Praga –
Il 9 ottobre 2009, a sorpresa e non senza polemiche, Obama vince il premio Nobel per la Pace “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli” –
Una foto della presidenza Obama diventata storica: viene scattata il 2 maggio 2011 alla Casa Bianca, mentre il “comandante in capo” e il suo staff aspettano aggiornamenti dal Pakistan sull’operazione dei Navy Seals che porterà alla morte del leader di al-Qaeda, Osama Bin Laden. Anni dopo, Obama e il mondo intero si troveranno a fare i conti con un’altra organizzazione terroristica: l’Isis –
L’11 settembre 2011 Barack Obama e la first lady, insieme all'ex presidente Bush e consorte, sono a Ground Zero per il decimo anniversario dell’attentato alle Torri gemelle –
18 aprile 2012: Obama al museo Henry Ford a Dearborn, Michigan, celebra il coraggio di Rosa Parks e siede sul bus dove la donna, nel '55, si rifiutò di cedere il posto a un bianco –
Il 6 novembre 2012 Obama vince le presidenziali contro il repubblicano Mitt Romney con il 51,1% dei voti e su Twitter sceglie una foto con la moglie Michelle e la frase “Altri 4 anni” per festeggiare il suo secondo mandato –
Il 14 dicembre 2012 in un borgo della città di Newtown, in Connecticut, un ragazzo di 20 anni apre il fuoco nella scuola elementare di Sandy Hook. Prima di suicidarsi, uccide 27 persone: sua madre, 20 bambini tra i 6 e i 7 anni, sei insegnanti. Nelle ore successive Obama si commuoverà diverse volte parlando della strage e ribadirà la sua intenzione di cambiare la legge sulle armi. Posizione che ripeterà altre volte, dopo altri massacri. I suoi tentativi, però, sono sempre caduti nel vuoto. Non è riuscito neppure ad ottenere la messa al bando dei caricatori di grandi capacità, quelli che consentono di sparare decine di proiettili in pochi secondi –
Il secondo mandato inizia ufficialmente il 20 gennaio 2013, quando Obama giura per la seconda volta sulla Bibbia. Al suo fianco c’è ancora, come vicepresidente, Joe Biden. Hillary Clinton, invece, decide di dedicarsi alla corsa per le presidenziali del 2016 e al suo posto, come segretario di Stato, arriva John Kerry –
Nel dicembre 2013 Obama partecipa ai funerali di Nelson Mandela insieme alla moglie. Una foto, in particolare, fa il giro del mondo: Michelle fulmina il marito con lo sguardo dopo che lui ha scherzato e si è scattato un selfie con la premier danese Helle Thorning-Schmidt –
6 giugno 2014: Obama con il presidente francese François Hollande a Omaha Beach, in occasione della commemorazione del 70esimo anniversario del D-Day e dello sbarco in Normandia –
Nel marzo del 2016 una visita storica: Obama va a Cuba e incontra Raul Castro e i membri dell’opposizione. Sette mesi prima, il 14 agosto 2015, la bandiera Usa era stata issata nella sede dell’ambasciata a L’Avana, dopo che le relazioni diplomatiche tra i due Paesi erano riprese dopo 54 anni. Nel gennaio 2017, poi, Obama cambia la regola sull’immigrazione per i cubani: cancella la norma “wet foot, dry foot”, che consentiva ai cittadini di Cuba che toccavano il suolo statunitense il riconoscimento della residenza legale –
L’8 novembre 2016 la democratica Hillary Clinton perde le elezioni contro il repubblicano Donald Trump. Qualche giorno dopo, il 10 novembre, alla Casa Bianca c’è l’incontro tra il presidente uscente e quello eletto e inizia una transizione complicata –
Uno degli ultimi appuntamenti ufficiali di Obama è l'incontro, il 28 dicembre 2016, con il premier giapponese Shinzo Abe, ricordando l'attacco di Pearl Harbour che portò all'ingresso degli Usa nella Seconda Guerra Mondiale. Qualche mese prima, a maggio, Obama era stato a Hiroshima per commemorare le vittime della bomba atomica sganciata dagli Usa (nella foto). “Le ferite di guerra possono cedere il passo all'amicizia”, ha dichiarato il leader Usa –
Il 10 gennaio 2017 Obama è a Chicago per il suo ultimo discorso da presidente. Sceglie di chiudere il suo intervento con lo slogan che ha accompagnato tutta la sua campagna elettorale: “Yes, we can, yes we did”. “Oggi l'America è un Paese migliore”, dice tra gli applausi. Poi, ringraziando la moglie Michelle, si commuove –
Il 18 gennaio 2017 uno degli ultimi atti da presidente di Obama (nella foto, dello stesso giorno, durante la sua ultima conferenza stampa): commuta la pena di Chelsea Manning, che sarà liberata a maggio. Manning è stata condannata a 35 anni di carcere con l'accusa di aver passato documenti a Wikileaks. La decisione arriva dopo due tentativi di suicidio di Manning che, transgender, si trova in un penitenziario maschile. Obama passerà alla storia come il presidente che ha concesso più grazie. Secondo la Casa Bianca, 1.385 detenuti durante i due mandati della sua presidenza sono stati scarcerati o hanno avuto una riduzione della pena –
Negli ultimi mesi del suo mandato il gradimento nei confronti del presidente uscente è, secondo i sondaggi, ai massimi livelli. Ma per tutti gli otto anni la popolarità di Obama è stata alta. Oltre a vari premi e riconoscimenti, è stato scelto dal Time come “persona dell’anno” sia nel 2008 sia nel 2012 (nella foto, il cambiamento di Obama dall’inizio della sua presidenza a oggi) –
Negli otto anni di mandato Obama ha incontrato politici, sportivi e vip di tutto il mondo, sia alla Casa Bianca sia all’estero. Tra gli incontri più curiosi c’è quello a Kensington Palace, a Londra, il 22 aprile 2016: il principino George, futuro re, ha accolto il presidente in pigiama e vestaglia –
Spesso, in questi otto anni, a fare gli onori alla Casa Bianca c’era anche il first dog, Bo. Poi alla famiglia si è aggiunta Sunny, stessa razza (cão de água português). I due cani, ad esempio, hanno accolto Papa Francesco nella Blue Room, il 23 settembre 2015, e Aung San Suu Kyi nella Cabinet Room il 14 settembre 2016 –
Durante i suoi mandati Obama ha dovuto fare i conti con i Repubblicani, che hanno avuto per tutto il tempo il controllo del Senato e hanno cercato (a volte con successo) di bloccare le riforme a lui care. Tra i successi della presidenza Obama c’è l’approvazione del matrimonio omosessuale a livello nazionale (che il presidente ha salutato con il tweet in alto). Obama ha anche firmato l’abolizione della legge “Don't Ask, Don'Tell”, che discriminava gli omosessuali nelle Forze armate. Sono stati allargati anche i diritti delle donne e delle minoranze –
Successi anche in campo economico: grazie ai suoi interventi di stimolo e alle misure monetarie della Federal Reserve, il Paese è uscito dalla recessione ed è tornato a crescere mentre la disoccupazione è calata. Durante i suoi mandati, poi, sono stati creati 15,5 milioni di nuovi posti di lavoro. Una grossa mano l’ha data anche all’industria dell’auto, tirando fuori dalla bancarotta General Motors e Chrysler e rilanciando il settore. Obama (foto del 2009) non è riuscito, però, a impedire l’ulteriore polarizzazione dei redditi e lo schiacciamento del ceto medio (il Congresso gli ha impedito di modificare il sistema fiscale) –
Impegno di Obama anche sui temi ambientali, con investimenti in patria sulle energie rinnovabili, gli impianti eolici, i pannelli solari. Ma anche fuori dagli Usa il presidente ha cercato di arrivare a un accordo mondiale per limitare i mutamenti climatici, riportando al tavolo sia l’India sia la Cina. Sua, ad esempio, la spinta decisiva per l’accordo di Parigi (ancora insufficiente, ma un primo passo) firmato nel dicembre 2015. In politica estera, Obama ha raggiunto anche un accordo storico (contestato da Israele e dai Paesi arabi sunniti) sul nucleare con l’Iran –
Uno degli obiettivi di Obama, riuscito a metà, è la riforma sanitaria. Grazie all’Obamacare milioni di americani privi di copertura sanitaria hanno avuto accesso alle cure mediche e le compagnie assicurative non possono più rifiutare la polizza a persone già malate. Ma, anche a causa dell’opposizione di parte del Congresso, la riforma non è riuscita del tutto. Tra gli aspetti negativi: portata troppo limitata e costo delle polizze schizzate. Altra tentata riforma di Obama bloccata è quella sull’immigrazione –
Tra i problemi che hanno offuscato la presidenza Obama ci sono le tensioni razziali, con il deterioramento delle condizioni di vita delle persone di colore nei ghetti e la durezza della polizia contro ragazzi anche disarmati. Da Ferguson a Baltimora, più volte la situazione è diventata critica e il presidente uscente è stato accusato di non aver fatto abbastanza –
Tra gli insuccessi di Obama, alcuni annotano la sua politica in Medio Oriente e il ritiro troppo frettoloso da Iraq e Afghanistan. Critiche anche sulla Siria con gli Usa che, dopo aver promesso interventi militari in caso di uso di armi chimiche da parte del regime di Assad, hanno fatto marcia indietro. Rapporti difficili anche nei rapporti con il leader russo Vladimir Putin (nella foto) –