L'Unhcr: nel mondo 3,7 milioni di bambini rifugiati non vanno a scuola

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Un'immagine della campagna dell'Unhcr
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I dati dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite, che in questi giorni ha lanciato la campagna social "Mettiamocelo in testa" per aiutare i piccoli a tornare tra i banchi: attori e sportivi fra i testimonial

Sono tre milioni e 700mila i bambini rifugiati che non possono andare a scuola.  Sono concentrati in paesi poveri o in via di sviluppo, ma anche più ricchi come la Malesia: di solito sono gli Stati più vicini alla zona dalla quale i profughi stanno fuggendo. Ebbene, solo il 50% di questi bambini accede all’istruzione primaria, contro il 90% della media globale. Per dare a questa “generazione a rischio” un futuro l'Unhcr, l'agenzia per i rifugiati dell’Onu, ha lanciato la campagna “Mettiamocelo in testa” alla quale si può aderire fino all’11 dicembre. Fino a quella data si può inviare un Sms solidale del valore di 2 euro al numero 45516: un piccolo contributo utile a mandare a scuola un bambino rifugiato per un mese intero.

La situazione dei piccoli profughi –
Ai bimbi fuggiti dalle proprie case a causa di guerre o altre persecuzioni, i campi di accoglienza forniscono i beni di prima necessità e una protezione. Mancano però spesso gli strumenti con i quali i piccoli rifugiati possono costruirsi un futuro, in primis la scuola. E, crescendo, il divario con i loro coetanei diventa un vero e proprio baratro: secondo i dati forniti dall'Unhcr, soltanto il 22% degli adolescenti frequenta la scuola secondaria e appena l’uno per cento va all’università (la media globale è rispettivamente dell’84 e del 34%).

Far tornare a scuola un milione di bambini – L’obiettivo della campagna, che sostiene il programma “Educate a child” avviato nel 2012, è quello di far tornare a scuola un milione di bambini rifugiati in dodici paesi: Ciad, Etiopia, Iran, Malesia, Pakistan, Ruanda, Siria, Sudan, Sud Sudan, Uganda, Kenya e Yemen. Formando insegnanti e costruendo scuole dove non ci sono. Grazie a questo programma, in soli quattro anni 570mila ragazzi sono già tornati tra i banchi.

La storia di Nawfal –
“Senza istruzione – sostiene l'Unhcr - ogni bambino è esposto alla violenza, allo sfruttamento, all’abuso. Non solo, la scuola dà strumenti per affrontare il presente, il trauma e i danni che la guerra creano a livello psicologico e personale”. Uno dei protagonisti della campagna “Mettiamocelo in testa” è Nawfal: otto anni, è fuggito dalla Siria con la madre e i fratelli dopo che suo padre è stato ucciso.

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Attori e sportivi ci mettono la faccia – Sono tanti gli attori testimonial della campagna: da Gigi Proietti a Nancy Brilli e poi Alessandro Gassman, Sabrina Impacciatore, Nino Frassica e Francesco Pannofino. E poi ci sono quattro grandi del calcio italiano: Beppe Bergomi, Demetrio Albertini, Gianluca Vialli e Luca Toni. Molta anche la gente comune che interviene sui Social network con l'hashtag #mettiamocelointesta. In programma anche iniziative negli stadi italiani di Serie A.

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