Libia, Farnesina: forse uccisi 2 italiani. Vivi gli altri rapiti

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Nel video di una sparatoria si vedono degli occidentali. Potrebbe trattarsi di due dei quattro connazionali rapiti nel luglio 2015. Un testimone: "Usati come scudi umani dall'Isis"
 

Potrebbero essere stati uccisi due dei quattro italiani, dipendenti della ditta Bonatti, rapiti in Libia. Lo riferisce la Farnesina, aggiungendo che potrebbe trattarsi di Fausto Piano e Salvatore Failla. Secondo la moglie di un jihadista dell'Isis catturata nello scontro a fuoco, sono in vita gli altri due italiani rapiti. Lo ha riferito il presidente del Consiglio militare di Sabrata, Taher El-Gharably. "Nell'interrogatorio, la prigioniera ha confessato che vi sono due italiani in un luogo nella periferia di Sabrata, la ricerca è ancora in corso", ha detto in serata El-Gharably in dichiarazioni all'ANSA. 


Questa la nota del Ministero degli Esteri:
Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni 'Bonatti', rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Al riguardo la Farnesina ha già informato i familiari. Sono in corso verifiche rese difficili, come detto, dalla non disponibilità dei corpi.

 

Uccisi durante un trasferimento - I due connazionali sarebbero stati uccisi nel corso di un trasferimento. Il convoglio sul quale si trovavano sarebbe stato attaccato dalle forze di sicurezza libiche e tutti i passeggeri sono morti. Le salme sarebbero state recuperate poi dai miliziani. Secondo un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due italiani sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti dell'Isis.

 


Bonatti, colosso da 6mila dipendenti, a Tripoli dal 1979 - La Bonatti, azienda per la quale lavorano i 4 tecnici rapiti in Libia, è una multinazionale con sede a Parma, che opera nel Paese africano dal 1979, nel comparto dell'ingegneria, approvvigionamento, costruzione e manutenzione di impianti petroliferi, gasdotti e per la produzione energetica per l'industria. Il gruppo conta 6mila impiegati in tutto il mondo, di cui il 39% in Africa. Dove si trovavano gli italiani rapiti in Libia nel luglio del 2015.

 

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