Tsipras: non rispetteremo austerità. Scontro con Berlino

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Vigilia del voto in Grecia. Scontro tra il leader di Syriza e Wolfgang Schaeuble. L'esponente della sinistra radicale: via i vecchi patti. "Se Atene rifiuta il programma non farà parte del Quantitative easing" risponde il ministro delle Finanze tedesco

Tutto è pronto per l'atteso voto di domani, 25 gennaio. E' finita la campagna elettorale in Grecia. E si è chiusa con la tensione alle stelle tra il favorito dai sondaggi Alexis Tsipras e il severo custode dell'austerità, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble. Parlando da World Ecomic Forum di Davos, l'esponente del governo Merkel ha gelato gli entusiasmi suscitati in Grecia dall'annuncio di Mario Draghi sull'acquisto dei titoli ellenici. "Se ho capito bene se la Grecia rifiuta il programma non farà parte del Quantitative easing". Non si è fatta attendere la risposta altrettanto tagliente di Tsipras, in conferenza stampa ad Atene: un governo Syriza, ha detto, "non rispetterà accordi firmati dal governo precedente".

Tsipras: non rispetteremo austerità - Il giovane leader della Sinistra, che giovedì sera ha scatenato gli entusiasmi dei suoi sostenitori con un discorso ispirato e deciso sulla 'nuova era' che attende la Grecia in caso di sua vittoria, ha spiegato che "il nostro partito rispetta gli obblighi che derivano dalla partecipazione della Grecia alle istituzioni europee. Ma l'austerità non fa parte dei trattati di fondazione dell'Ue". E alla Germania ha riservato una stoccata particolare, dicendo che "il mio primo viaggio all'estero (da capo del governo) non sarà a Berlino, sarà a Cipro...Merkel non è più speciale di altri leader Ue".

Domenica al voto - In Grecia 9,808 milioni di elettori saranno chiamati domenica alle urne dalle 7 ora locale (le 6 in Italia) alle 19 (le 18 da noi) per eleggere 300 parlamentari, con un sistema elettorale combinato maggioritario e proporzionale. Tutto il mondo attenderà con il fiato sospeso l'esito del voto perché a seconda non solo di chi sarà il primo partito (la sinistra, un po' meno radicale da quando ha capito che potrebbe dover governare, di Syriza come prevedono tutti i sondaggi) ma di quale coalizione di formazioni riuscirà a formare un governo, dipendono i destini dell'Eurozona.

9,8 mln elettori per 300 seggi - Se la sinistra radicale di Syriza vincesse le elezioni con il 32 per cento dei voti, come previsto dai sondaggi, sarebbe comunque costretta a formare un governo di coalizione. Tra le forze che potrebbero unirsi al partito di Alexis Tsipras, secondo la Bbc, potrebbero esserci i socialisti del Pasok, o quel che ne resta, guidati da Evangelos Venilos, dati intorno al 4-5 per cento. Altri possibili partner potrebbero essere l'ex premier George Papandreou, transfuga dal Pasok, con il suo Movimento dei democratici socialisti Kinima e il centrista 'To Potami', fondato dal giornalista Stavros Theodorakis.
All'estrema destra, fuori dall'Arco Costituzionale diremmo in Italia, Alba Dorata, dato per quarto, seguito a stretto giro dai comunisti del Kke. Poi vengono i 'Greci indipendenti' di Anel, fuoriusciti da Nea Dimokratia, uniti a Syriza dall'ostilità alle misure di austerity.

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