Ucraina, la Ue vara nuove sanzioni dopo il referendum

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I ministri degli Esteri dei Ventotto decidono altre misure nei confronti di 13 persone e due imprese della Crimea. Bruxelles conferma di non riconoscere le consultazioni indipendentiste nelle regioni dell'Est. Putin: "Aspettiamo i risultati definitivi"

Nuova tornata di sanzioni Ue contro Mosca, all'indomani del referendum per l'indipendenza nell'est dell'Ucraina che ha visto un plebiscitario successo del sì ma che non è riconosciuto dalla comunità internazionale.
I ministri degli Esteri dei Ventotto, riunitisi a Bruxelles, hanno varato misure nei confronti di 13 persone e due imprese della Crimea, nell'ambito della crisi ucraina. Le nuove disposizioni si vanno ad aggiungere alle 48 personalità russe e ucraine che sono già state colpite con divieto di viaggio e congelamento dei beni.
I capi delle diplomazie dell'Ue considerano "illegale, illegittimo" il referendum che si è svolto nell'Ucraina orientale e "ci auguriamo che venga definito in questo modo anche da Mosca, che in ogni caso lo aveva sconsigliato", aveva ribadito prima della riunione il ministro degli Esteri Federica Mogherini.

Le consultazioni - Accuse, però, che la Russia definisce "sciocchezze assolute". Così come la tesi secondo cui il Cremlino non ha fatto nulla di concreto per evitarla. Secondo i dati diffusi dai ribelli separatisti, il sì all'indipendenza ha ottenuto l'89% dei consensi nella regione di Donetsk e il 90% in quella di Lugansk, che ha annunciato di non voler partecipare alle elezioni presidenziali del 25 maggio.
Secondo il presidente dell'Osce, Didier Burkhalter, forse l'unica organizzazione europea ritenuta in questo momento affidabile da Mosca, la Russia intende esprimere "rispetto" per il referendum separatista ma non un "riconoscimento".

Putin: "Aspettiamo i risultati" - Il presidente ad interim ucraino, Aleksandr Turcinov, ha liquidato la consultazione come una "farsa propagandistica senza conseguenze giuridiche".
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, si recherà in Ucraina per sostenere gli sforzi a favore di un dialogo nazionale per porre fine alla crisi tra il governo di Kiev e i separatisti orientali.
Vladimir Putin ha fatto sapere che rispetterà la "volontà del popolo" e si esprimerà dopo la proclamazione ufficiale dei risultati. Le diplomazie puntano al dialogo diretto tra Kiev e gli insorti.

"Un altro incontro quadrilaterale ora non avrebbe prospettive", ha detto il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, riferendosi a nuovi colloqui tra Russia, Ue, Usa e Ucraina. "Senza la partecipazione degli oppositori all'attuale regime di Kiev al dialogo diretto sull'uscita dalla crisi non ci sarà alcun progresso", ha aggiunto, sottolineando che su questo concordano anche il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri tedesco, Frank Steinmeier, che volerà a Kiev per "colloqui con rappresentanti del governo ucraino" e poi si trasferira' nell'est della repubblica ex sovietica.

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