Egitto, nessuna tregua: ancora scontri e proteste

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A tre settimane dal colpo di stato con cui è stato deposto Morsi, non si placano le tensioni tra sostenitori e contestatori dell’ex presidente. Diverse vittime al Cairo. Un agente ha perso la vita in un attentato a un commissariato di Mansoura

Attentanti, scontri e proteste. A tre settimane dal colpo di stato con cui è stato deposto il presidente Mohamed Morsi, la situazione in Egitto è ancora rovente. Nella notte tra il 23 e il 24 agosto ci sono stati nuovi scontri tra sostenitori e contestatori di Morsi. I disordini sono scoppiati al Cairo durante le due manifestazioni di protesta indette dai Fratelli Musulmani per dopo l'iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno diurno durante il Ramadan. Stando alla formazione politica islamista, vi sarebbero stati almeno quattro ulteriori morti, due dei quali sarebbero stati loro sostenitori, al cui indirizzo poliziotti in borghese avrebbero aperto il fuoco, ferendo un numero imprecisato di altre persone.

Nel frattempo un agente ha perso la vita in seguito a un attentato dinamitardo a un commissariato di Mansoura, capoluogo della provincia settentrionale di Dakhalia, contro cui una bomba rudimentale è stata lanciata da bordo di un'auto in corsa. Non meno di diciassette coloro che hanno subito lesioni a causa dell'esplosione dell'ordigno.

Intanto il capo dei militari egiziani e ministro della Difesa Abdel Fattah el Sissi, in un discorso durante una cerimonia militare, si è rivolto al popolo: "Faccio appello a tutti gli egiziani onesti a scendere in piazza venerdì per dare l'ordine alle forze armate di affrontare violenza e terrorismo".
El Sissi ha spiegato inoltre di avere proposto a Morsi "in maniera diretta ed indiretta" di tenere un referendum sulla sua presidenza. "Ma Morsi si è rifiutato", ha sottolineato il capo dei militari egiziani, spiegando di avere più volte fatto notare al presidente deposto il 3 luglio che le forze armate sono equidistanti e non sostengono nessuna forza politica in campo.

Al messaggio di El Sissi è arrivata la pronta replica di Essam el Eryan, vicepresidente del partito della Fratellanza egiziana. Le "minacce" delle forze armate "non impediranno la mobilitazione permanente di milioni di persone".

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