Germania, trovato veleno per topi in lattuga romana

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Oltre 100 cassette di insalata sono state vendute nella regione del Reno-Meno da un'azienda italiana. Dopo il caso della carne di cavallo si moltiplicano gli allarmi alimentari. Cappesante al cadmio e controlli su cinghiali radioattivi in Valsesia

Mentre continuano i controlli in Italia e in Europa sulla carne di cavallo nuovi allarmi continuano a tenere alta l'attenzione sulla sicurezza degli alimenti.
Sono ormai finite sul mercato, e quindi al consumatore finale, le cappesante e gli altri molluschi (bulli) contenenti tracce di cadmio, un metallo pesante altamente tossico, immessi nel mercato del pesce di Chioggia (Venezia) da una decina di pescatori che giovedì 7 marzo sono stati denunciati dai carabinieri della cittadina veneta.
E in Germania sono state bloccate 110 casette di insalata provenienti dall'Italia perché in una era stata trovata una contaminazione con veleno topicida.
Immediato l'allerta partito dal ministero della Salute alle regioni Veneto e Campania anche se la contaminazione potrebbe essere avvenuta, secondo la ricostruzione, nel magazzino del grossista tedesco.

In Germania le autorità hanno lanciato l'allarme per una partita di insalata importata dall'Italia contaminata da veleno per topi. L'insalata fa parte di un gruppo di 110 cassette vendute nella regione di Reno-Meno: 105 sono state distrutte mentre delle cinque che mancano all'appello una sarebbe già stata venduta. Delle cinque cassette mancanti, una è stata venduta in un mercato della cittadina di Offenbach, mentre altre quattro sono già state smerciate ai consumatori da venditori ambulanti. Non si hanno notizie di avvelenamenti ma l'allarme è scattato immediatamente.
"Non si può escludere che la contaminazione possa essere avvenuta nel magazzino del grossista tedesco - fa sapere il ministero della Salute - e per altro il riscontro è stato effettuato in autocontrollo e non in seguito ad un controllo ufficiale delle autorità tedesche".

Per Coldiretti quindi occorre ora fare immediatamente chiarezza sulla reale origine della contaminazione per eliminare tutti i fattori di rischio e non mettere in pericolo il principale mercato di destinazione delle nostre verdure con un fatturato di 380 milioni di euro nel 2013, il 38 per cento del totale esportato. 

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