Venezuela, Chavez non può esserci: rinviato l'insediamento

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Preoccupazione per le condizioni di salute del presidente, che dopo la rielezione di ottobre è stato sottoposto a un nuovo intervento. Il presidente del parlamento, Diosdado Cabello: "Ha chiesto di poter giurare in una data successiva"

Hugo Chavez non sarà presente all'insediamento, giovedì 10 a Caracas, per un nuovo mandato presidenziale. Il giuramento sarà rinviato. Lo ha reso noto il presidente del parlamento, Diosdado Cabello, al termine di una nuova giornata di tensione in Venezuela, proprio a causa dell'incertezza sulla salute del leader 'bolivariano' e dell' imminente cerimonia.

"Il comandante presidente ha chiesto di rendere noto che su raccomandazione dell'equipe medica il suo recupero post-operatorio potrà prolungarsi al di là" del 10 gennaio, "ragione per la quale non potrà prendere parte" alla cerimonia per l'insediamento in programma quel giorno in Parlamento.

Cabello ha così spiegato le ragioni "invocate" da Chavez per prendere tale decisione. "A causa di un inconfutabile ragione", e cioè le sue condizioni di salute, Chavez ha fatto appello "all'articolo 231 della Costituzione" chiedendo di poter giurare "in una data successiva" davanti alla Corte suprema di giustizia. La richiesta - ha precisato - sarà ora sottoposta ai parlamentari, i quali dovranno pronunciarsi sull'approvazione o meno del rinvio della cerimonia. Chavez, 58 anni, è stato sottoposto lo scorso 11 dicembre al suo quarto intervento chirurgico contro il cancro, e da quella data non è più apparso in pubblico. L'operazione si è svolta in una clinica dell'Avana, dove il presidente si trova tuttora. Le sue condizioni, ha più volte riferito Caracas, rimangono "complesse e delicate".

La questione dell'eventuale assenza di Chavez alla cerimonia - da svolgersi proprio in parlamento - è al centro ormai da tempo di uno scontro tra il 'chavismo' e l'opposizione. A chiedere chiarezza sulle "reali" condizioni di salute del presidente sono stati oggi sia l'opposizione sia la Chiesa di Caracas.

Qualche ora prima dell'annuncio di Cabello, il leader della oppositrice 'Mesa de unidad democratica' (Mud), Enrique Capriles, aveva chiesto sia alla Corte suprema di giustizia sia all'Organizzazione degli stati americani un pronunciamento sul tema della prevedibile assenza di Chavez giovedi' a Caracas.

"Quando mancano solo 48 ore dall'insediamento - aveva detto - l'esecutivo non è ancora in grado di dire ai venezuelani se il presidente sarà oppure no presente". "Qui non c'è una monarchia e non siamo a Cuba", aveva aggiunto, precisando che "in Venezuela il governo viene eletto, e il vicepresidente Nicolas Maduro non e' stato scelto". Un riferimento al numero due venezuelano, designato come suo 'successore' un mese fa da Chavez.

L'opposizione aveva anche inviato una lettera all'Organizzazione degli stati americani (Osa), ammonendo sulla possibilita' che il governo "violi la Costituzione". Il monito è simile a quello lanciato lunedì 7 dalla Conferenza episcopale di Caracas.

Sulle condizioni di salute del leader 'bolivariano' si è pronunciato anche il Dipartimento di Stato Usa, manifestando la propria "preoccupazione" e facendogli gli auguri di pronta guarigione. Washington sta seguendo "da vicino le discussioni in corso tra i venezuelani", ha sottolineato la portavoce, Victoria Nuland.

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