Sembra sempre più probabile l’ipotesi che l’aereo sparito in Venezuela con a bordo Vittorio Missoni e altri tre turisti italiani sia precipitato in mare. L’ambasciatore a Caracas Paolo Serpi: “Forse un evento improvviso e catastrofico”
Con il passare dei giorni appare sempre più probabile che l'aereo sparito venerdì 4 gennaio in Venezuela con a bordo Vittorio Missoni e altri tre turisti italiani sia precipitato in mare. Ora si cominciano anche a sorvegliare le coste, perché in base a una stima, in caso di caduta dell'aereo in mare, i rottami del bimotore dovrebbero esser stati portati dalla corrente da est verso ovest a una velocità di 1,2 miglia nautiche all'ora. Per questo potrebbero arrivare a terra nelle regioni di Carabobo o Falcon.
Intanto è stata diffusa l’ultima foto di Vittorio Missoni insieme alla moglie e ai due amici scattata pochi minuti prima di mettersi a bordo del bimotore che però non arriverà mai a destinazione. E in un video si vede anche il piccolo velivolo mentre lascia Los Roques con a bordo i quattro italiani per decollare verso Caracas.
Uno dei massimi esperti di ricerca e salvataggio venezuelani ha escluso un sequestro: "Quanto accaduto non corrisponde al modus operandi di un sequestro di aeromobile", ha spiegato Enrique Martin, portavoce dell'Organizzazione per il salvataggio Humboldt (Orh). "In questo tipo di delitti accadono cose completamente diverse". Per Martin è probabile che venerdì mattina il bimotore Britten Norman abbia subito un guasto in mezzo a condizioni meteorologiche avverse.
Anche il generale dell'aviazione venezuelana che guida la direzione generale prevenzione e investigazioni sugli incidenti aerei, Lorllys Ramos, ha dichiarato a Radio Rai che "l'ipotesi più concreta" è che "il velivolo sia caduto in mare per cause che non conosciamo".
Per l'ambasciatore a Caracas, Paolo Serpi, ci deve essere stato "un evento improvviso e catastrofico" che ha impedito al pilota di dare l'allarme alla torre di controllo. Il diplomatico, che lunedì si è recato di persona a Gran Roque, ha rilevato come ci sia "un buco di tempo di due minuti tra quando il pilota ha chiuso il contatto con l'isola e il momento in cui doveva prenderlo con Caracas".
Intanto è stata diffusa l’ultima foto di Vittorio Missoni insieme alla moglie e ai due amici scattata pochi minuti prima di mettersi a bordo del bimotore che però non arriverà mai a destinazione. E in un video si vede anche il piccolo velivolo mentre lascia Los Roques con a bordo i quattro italiani per decollare verso Caracas.
Uno dei massimi esperti di ricerca e salvataggio venezuelani ha escluso un sequestro: "Quanto accaduto non corrisponde al modus operandi di un sequestro di aeromobile", ha spiegato Enrique Martin, portavoce dell'Organizzazione per il salvataggio Humboldt (Orh). "In questo tipo di delitti accadono cose completamente diverse". Per Martin è probabile che venerdì mattina il bimotore Britten Norman abbia subito un guasto in mezzo a condizioni meteorologiche avverse.
Anche il generale dell'aviazione venezuelana che guida la direzione generale prevenzione e investigazioni sugli incidenti aerei, Lorllys Ramos, ha dichiarato a Radio Rai che "l'ipotesi più concreta" è che "il velivolo sia caduto in mare per cause che non conosciamo".
Per l'ambasciatore a Caracas, Paolo Serpi, ci deve essere stato "un evento improvviso e catastrofico" che ha impedito al pilota di dare l'allarme alla torre di controllo. Il diplomatico, che lunedì si è recato di persona a Gran Roque, ha rilevato come ci sia "un buco di tempo di due minuti tra quando il pilota ha chiuso il contatto con l'isola e il momento in cui doveva prenderlo con Caracas".