Terremoto in Birmania, ci sono vittime e dispersi

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Un sisma di magnitudo 6.8, seguito da una serie di scosse di assestamento anche forti, ha colpito la zona centrale del Paese. L’epicentro è stato localizzato 116 chilometri a nord di Mandalay, a una profondità di 10 chilometri

Almeno 13 persone sono morte, 100 sono rimaste ferite e altre decine sono tuttora disperse dopo il terremoto di magnitudo 6,8 sulla scala Richter che nella mattina di domenica 11 novembre ha colpito il centro-nord della Birmania, non lontano da Mandalay (mappa), seconda città più popolosa del Paese. Con un bilancio non ancora definitivo, le autorità hanno segnalato il crollo di un ponte in costruzione e delle strutture in almeno una miniera d'oro, mentre anche alcuni monasteri e pagode hanno riportato danni seri.

Almeno 13 vittime - La scossa, verificatasi alle 7:41 locali (le 2:11 della notte in Italia), è stata registrata a 10 km di profondità, causando solo danni minori nella città di Mandalay, distante 60 km; il sisma è stato percepito nitidamente anche ai piani alti di Bangkok - a oltre mille chilometri di distanza - nonché in Laos e in Cina. Altre cinque scosse minori sono seguite in mattinata e nel pomeriggio, la più potente di magnitudo 5,8, senza provocare nuove vittime. Il bilancio di 13 morti è stato fornita dall'organizzazione Save the Children. La tv statale - organo di un regime che altre volte in passato ha minimizzato i danni di disastri naturali - ha annunciato che sono 15 i dispersi tra i lavoratori impegnati nella costruzione del ponte sul fiume Irrawaddy crollato a Shwebo, vicino all'epicentro, in una zona sottosviluppata del Paese ma ricca di minerali e pietre preziose. Nella zona, l'agenzia Xinhua riferisce di almeno 100 feriti. Secondo una fonte locale raggiunta dalla Reuters, almeno 10 persone sono intrappolate in una miniera di Singgu.

La settimana prossima è atteso Barack Obama - Danni minori si segnalano anche nella zona di Amarapura, poco più a nord di Mandalay, popolare tra i turisti per la sua varietà di monasteri e la presenza del ponte in tek più lungo al mondo. Diversi edifici religiosi e pagode sono crollati o seriamente danneggiati. Altre ex miniere di rubini ormai dismesse sono crollate, senza nessuno all'interno. Un Paese dalla moderata intensità sismica specialmente lungo i suoi confini montuosi - l'ultimo terremoto rilevante causò 74 morti nell'est nel Paese nel marzo 2011 - la Birmania non possiede un'organizzazione adeguata per gli interventi in caso di catastrofi naturali, come drammaticamente evidenziato in occasione del ciclone Nargis nel maggio 2008. Dinanzi a 140 mila morti, l'allora giunta militare si trovò costretta ad accettare aiuti stranieri nei soccorsi. Il governo civile in carica dal 2011 ha introdotto una serie di riforme che gli sono valse una rinnovata credibilità internazionale, con la sospensione della maggior parte delle sanzioni, dando il via a una corsa agli investimenti stranieri. Sulla scia delle recenti aperture, la prossima settimana nel Paese arriverà il presidente statunitense Barack Obama, primo leader della Casa Bianca a visitare la Birmania.

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