Accoglienza furibonda per la cancelliera tedesca che al premier Samaras ha detto: "Vi abbiamo chiesto molto, ma i risultati si vedono". Quarantamila in piazza nonostante i divieti, scontri e lancio di molotov contro la polizia
E’ stato forse il viaggio più difficile forse mai affrontato da Angela Merkel, oggi 9 ottobre finalmente in visita ufficiale ad Atene. Sul piano dei numeri che tormentano la Grecia, il bilancio finale è magro: un gruzzolo di fondi europei e nessuna concessione in grado di eludere il rapporto della Troika che stabilirà le sorti di Atene.
Forte però è il segnale politico del volo affrontato verso la piazza più ostile al mondo: "La Germania e la Grecia sono partner e amici", ha detto la cancelliera. "Non sono venuta qui come una maestra a mettere i voti". Peccato solo che abbia sbagliato giacca: quella verde, nota subito la stampa ellenica. La indossava anche in quella notte di Danzica in cui la Germania buttò fuori la Grecia dagli Europei e lei esultava a braccia alzate ad ogni gol (quattro) che i bianchi rifilavano agli avversari.
Dal canto suo il premier Antonis Samaras ha ribadito che i greci sono "un popolo orgoglioso". "Non vogliamo soldi, né particolari concessioni. Vogliamo solo poter raggiungere la meta". "Atene resta nell'euro", ha scandito mostrandosi sicuro il premier, dopo aver garantito che "rispetterà i suoi doveri".
Blindata dalla furia degli ateniesi, (scesi in piazza in 40mila nonostante i divieti), seguita passo passo in Germania dove si aggiornava al minuto il bollettino degli insulti e delle provocazioni, la 'coraggiosa' cancelliera ha replicato alla piazza che le chiedeva di "sparire" ('Raus', 'Figlia di Hitler') che Germania e Grecia sono assieme nell'Ue, nell'eurozona e nella Nato. E queste parole unite al riconoscimento ufficiale, fatto sul posto, dei dolorosi sforzi e del grande cammino già affrontato dalla Grecia -"Vi abbiamo chiesto molto, ma i risultati si vedono e buona parte dei sacrifici è già alle spalle" - sono la sostanza, il vero messaggio della prima visita nella capitale divorata dall'esplosione della crisi che sta facendo sbandare l'Europa.
"Sono fermamente convinta che questa strada, anche se dura, valga la pena. E credo che potremo vedere la luce verde alla fine del tunnel", ha detto. Non ci sono promesse particolari, ma non manca l'affermazione esplicita di voler aiutare la Grecia, e una specie di dimostrazione immediata: due progetti europei, sostenuti dalla Germania, per un ammontare di 30 milioni (subito bollati come un 'palliativo' da Der Spiegel) finalizzati alla costruzione dell'amministrazione e al miglioramento della sanità del Paese. "Ripeto quello che ho detto a Berlino. Io auspico che la Grecia resti nell'euro. Il prossimo presupposto è il rapporto della Troika. Di quello che è necessario per la Troika abbiamo parlato qui oggi. Molto è stato fatto. Ma resta ancora da fare".
Forte però è il segnale politico del volo affrontato verso la piazza più ostile al mondo: "La Germania e la Grecia sono partner e amici", ha detto la cancelliera. "Non sono venuta qui come una maestra a mettere i voti". Peccato solo che abbia sbagliato giacca: quella verde, nota subito la stampa ellenica. La indossava anche in quella notte di Danzica in cui la Germania buttò fuori la Grecia dagli Europei e lei esultava a braccia alzate ad ogni gol (quattro) che i bianchi rifilavano agli avversari.
Dal canto suo il premier Antonis Samaras ha ribadito che i greci sono "un popolo orgoglioso". "Non vogliamo soldi, né particolari concessioni. Vogliamo solo poter raggiungere la meta". "Atene resta nell'euro", ha scandito mostrandosi sicuro il premier, dopo aver garantito che "rispetterà i suoi doveri".
Blindata dalla furia degli ateniesi, (scesi in piazza in 40mila nonostante i divieti), seguita passo passo in Germania dove si aggiornava al minuto il bollettino degli insulti e delle provocazioni, la 'coraggiosa' cancelliera ha replicato alla piazza che le chiedeva di "sparire" ('Raus', 'Figlia di Hitler') che Germania e Grecia sono assieme nell'Ue, nell'eurozona e nella Nato. E queste parole unite al riconoscimento ufficiale, fatto sul posto, dei dolorosi sforzi e del grande cammino già affrontato dalla Grecia -"Vi abbiamo chiesto molto, ma i risultati si vedono e buona parte dei sacrifici è già alle spalle" - sono la sostanza, il vero messaggio della prima visita nella capitale divorata dall'esplosione della crisi che sta facendo sbandare l'Europa.
"Sono fermamente convinta che questa strada, anche se dura, valga la pena. E credo che potremo vedere la luce verde alla fine del tunnel", ha detto. Non ci sono promesse particolari, ma non manca l'affermazione esplicita di voler aiutare la Grecia, e una specie di dimostrazione immediata: due progetti europei, sostenuti dalla Germania, per un ammontare di 30 milioni (subito bollati come un 'palliativo' da Der Spiegel) finalizzati alla costruzione dell'amministrazione e al miglioramento della sanità del Paese. "Ripeto quello che ho detto a Berlino. Io auspico che la Grecia resti nell'euro. Il prossimo presupposto è il rapporto della Troika. Di quello che è necessario per la Troika abbiamo parlato qui oggi. Molto è stato fatto. Ma resta ancora da fare".