"Eravamo in una moschea. All'improvviso c'è stata un'esplosione e ho visto corpi dilaniati attorno a me" dice a Save the children un piccolo in un campo profughi in Giordania. "Ho perso i miei cugini" spiega un bimbo mentre si mangia le unghie. Video
"Ci hanno attaccati con artiglieria, missili, carri armati. Dagli aerei ci sono cadute addosso le bombe". A raccontare l'orrore della guerra è una bambina di 9 anni. Il suo nome è Zaatari. E' siriana e ora vive in campo profughi allestito in Giordania (LE FOTO). La sua è una delle tante storie (qui i racconti integrali - in inglese) documentate da Save the Children nel Rapporto "Atrocità taciute". Da Aleppo a Homs, infatti, "si stanno commettendo atti di violenza orribili sui piccoli" ha dichiarato l'organizzazione internazionale, che ha rivolto un appello all'Onu affinché vengano impegnate più risorse nella documentazione di tutte le violazioni dei diritti dei bambini in Siria e perché questi crimini non vengano più compiuti.
Oltre a Zaatari altre centinaia di persone sono scappate alla guerra civile combattuta in Siria dalle milizie fedeli al regime di Bashar al-Assad e i ribelli (Vai allo speciale).
"Eravamo in una moschea. All'improvviso c'è stata un'esplosione e ho visto corpi dilaniati" dice Hassan, 14 anni. "Ho perso i miei cugini. Non riuscivo più a guardare la loro casa distrutta" racconta invece un altro piccolo mentre si mangiucchia le unghie. Altri giocano sugli scivoli piantati nel deserto giordano tra una tenda e l'altra oppure improvvisano un partita di calcio. Cercano la normalità dopo aver vissuto l'inferno.
Oltre a Zaatari altre centinaia di persone sono scappate alla guerra civile combattuta in Siria dalle milizie fedeli al regime di Bashar al-Assad e i ribelli (Vai allo speciale).
"Eravamo in una moschea. All'improvviso c'è stata un'esplosione e ho visto corpi dilaniati" dice Hassan, 14 anni. "Ho perso i miei cugini. Non riuscivo più a guardare la loro casa distrutta" racconta invece un altro piccolo mentre si mangiucchia le unghie. Altri giocano sugli scivoli piantati nel deserto giordano tra una tenda e l'altra oppure improvvisano un partita di calcio. Cercano la normalità dopo aver vissuto l'inferno.