Primarie Usa: Santorum trionfa in Mississippi e Alabama

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Una sostenitrice di Santorum in Alabama

Con la sua vittoria negli stati del profondo Sud il conservatore italo-americano affonda la candidatura del suo competitor a destra Newt Gingrich. Romney resta in vantaggio come numero di delegati

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E' Rick Santorum il trionfatore della grande notte elettorale delle primarie repubblicane nel profondo Sud degli Usa. Il nipote del minatore di Riva del Garda conquista l'Alabama e il Mississippi battendo il rivale Mitt Romney e affossando il suo competitor a destra, Newt Gingrich, il grande sconfitto della serata. "We did again" ha detto emozionato ai suoi fan riuniti a Lafayette, in Lousiana. "La gente comune è capace di fare cose straordinarie", ha aggiunto proponendosi come il paladino della working class, che sfida l'establishment, i media e il 'big money'. Mitt Romney, finora in vantaggio, con questa sconfitta ha confermato di non avere ancora l'appoggio degli elettori evangelici ultra-conservatori, di non sapersi connettere con gli umori dell'America profonda. Tuttavia, Romney, il 'moderato', il miliardario del Massachusetts che non va giù agli elettori del Tea Party, va avanti per la sua strada e punta a ottenere i delegati per la convention di Tampa (Florida) che si terrà a fine agosto e dalla quale uscirà il vincitore delle primarie.

Grazie alle nuove regole che assegnano i seggi in modo prevalentemente proporzionale, lo staff di Romney, sconfitto alle urne, può comunque tirare un sospiro di sollievo per aver guadagnato ancora terreno prezioso. Ora, a seconda delle stime, si trova tra i 470 e i 480 delegati. Santorum ne ha pur sempre la metà, circa 240. E alla fine, vince chi arriva prima alla soglia magica di 1144.

Insomma, un po' com'è accaduto nel Supertuesday della settimana scorsa, Romney malgrado tutti i suoi limiti resta il predestinato. Ma stavolta deve stare attento. Sino a quando i conservatori disperderanno i loro voti su due candidati, il raggiante Santorum e il malconcio Gingrich, Mitt può dormire sonni tranquilli. Molto diverso se l'ex Speaker si decidesse a ritirarsi. A quel punto veramente la battaglia sarebbe a due. E l'esito non sarebbe più tanto scontato. John King, il capo del politico della Cnn, proiezioni alla mano, ha dimostrato come con Gingrich in partita, Romney potrebbe conquistare la nomination già a fine maggio. Con Gingrich fuori, invece, è tutta un'altra storia. Mitt e Rick potrebbero essere testa a testa alla vigilia delle primarie del New Jersey e della California in programma a giugno. E a quel punto tutto è possibile.

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