Terzi convoca l’ambasciatore indiano: "Misure inaccettabili"

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Il ministro degli Esteri protesta dopo la decisione dei giudici di mandare in carcere i due marò. "Abbiamo fiducia nelle istituzioni" hanno dichiarato i due fucilieri. Il vicepresidente del parlamento europeo: la Ue deve intervenire

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(in fondo all'articolo tutti i video sui due italiani)

Cresce ancora la tensione tra Italia e India, dopo che i giudici hanno deciso che i marò, accusati dell'omicidio di due persone, devono andare in carcere . Il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha convocato l'ambasciatore indiano a Roma, al quale ha ribadito che le misure prese nei confronti dei due marò sono "inaccettabili" e che l'attenuazione del regime della detenzione dei due italiani "non soddisfacente".
In un comunicato della Farnesina si legge che "nel ribadire le già più volte espresse posizioni del governo italiano sulla esclusiva competenza giurisdizionale della magistratura italiana per un fatto che coinvolge organi dello Stato operanti nel contrasto alla pirateria sotto bandiera italiana e in acque internazionali", Terzi ha fermamente protestato per le inaccettabili misure adottate nei confronti dei nostri due militari, giudicando non soddisfacenti le misure attenuative adottate.

I due marò:  "Abbiamo fiducia nelle istituzioni" - Ai due militari ha telefonato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, che ha garantito loro "il massimo impegno delle istituzioni italiane per una soluzione dalla vicenda che li vede coinvolti": "L'Italia tutta è con voi, al vostro fianco. Lo siamo stati fino ad ora. Continueremo ad esserlo". Intanto, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone , questi i due nomi dei due fucilieri del reggimento Sam Marco, martedì 6 marzo hanno incontrato alcuni giornalisti italiani nel carcere di Trivandrum. "Ci trattano bene - hanno dichiarato - Abbiamo fiducia nel lavoro positivo che stanno facendo per noi le istituzioni".

Cosa prevede l'accordo provvisorio - Durante la notte tra il 5 e il 6 marzo il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura ha intanto strappato una soluzione ponte: i due marò non saranno insieme ai detenuti comuni ma saranno ospitati in una costruzione separata, continuando ad indossare la loro divisa e potendo disporre del telefono (hanno avuto tra l'altro un colloquio telefonico con il ministro della Difesa Di Paola). In attesa che, in un paio di giorni, sia allestita una struttura ad hoc, come il 'police club' di Kollam che li ha ospitati fino ad oggi, a cui attribuire giuridicamente la figura di prigione.
La soluzione provvisoria individuata per i marò all'interno del carcere di Trivandrum "ha salvato la loro dignità di militari" e "ci permette di lavorare ora per identificare nei prossimi giorni un altro luogo all'esterno che sia sicuro" ha detto all'agenzia di stampa Ansa il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan de Mistura. "La pressione da noi esercitata - ha aggiunto - è stata enorme ed il risultato ottenuto il migliore possibile date le circostanze".
De Mistura ha ricordato che per raggiungere l'obiettivo ha chiesto a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone di non accettare l'ingresso in una cella comune ed avvertito il direttore del carcere Alexander Jacob che non si sarebbe mosso fino all'accettazione per i due di un trattamento adeguato al loro rango.
"Alla fine - ha spiegato - abbiamo ottenuto per loro una casetta separata all'interno del penitenziario, ma senza contatti con i detenuti comuni, il mantenimento della divisa, la possibilità di mangiare cibo italiano ed anche più visite". E durante l'orario delle visite, ha sottolineato, "i marò avranno anche a disposizione un telefono".

"Lavoriamo in contatto con polizia e carceri indiani" - Ma lo sforzo per far applicare il punto 6 della decisione del magistrato di Kollam, che lasciava intravvedere per i due militari una sistemazione diversa da quella del carcere comune, continuerà nei prossimi giorni e secondo alcune fonti sarà più agevole dopo il voto previsto in Kerala il 17 marzo.
"Lavoriamo in contatto con il capo della polizia e con il responsabile del carcere - ha proseguito De Mistura - per identificare un luogo all'esterno sicuro, come lo è anche questo".
L'ostacolo maggiore, si è infine appreso, è che qualunque edificio dovesse essere scelto, dovrebbe ricevere la figura giuridica di 'carcere' e questo richiede l'espletamento di alcune attività amministrative che possono richiedere tempo.

Il vicepresidente del parlamento europeo: "La Ue deve intervenire" - Intanto, il vicepresidente vicario del parlamento europeo, Gianni Pittella, intervistato da SkyTG24, dice che l'Unione Europea "deve intervenire direttamente e in modo ufficiale sul governo indiano, tramite la commissaria Catherine Ashton, affinché le azioni poste in essere dall'India nei confronti dei due militari italiani siano conformi ai trattati internazionali e che tutte le misure volte alla soluzione del contenzioso siano conformi ai principi di equità, giustizia e pieno rispetto dei diritti fondamentali".
"Il governo italiano si sta muovendo molto bene e per via informale anche sulla Ue - ha detto ancora Pittella - sono dell'avviso che nella trattativa vadano messi in campo tutti gli strumenti di pressione per tutelare i diritti di due cittadini europei e per chiedere il rispetto della normativa internazionale, comprese misure di deterrenza sul piano degli scambi commerciali".



Una dichiarazione che però si scontra con quanto detto dal portavoce della rappresentante per la politica estera europea, secondo cui l''Italia "non ha chiesto aiuto o assistenza" all'Unione europea per il caso dei marò arrestati in India, confermando comunque che Bruxelles "resta in stretto contatto con le autorità italiane".

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