Libia, la Nato e i ribelli d’accordo: "Via Gheddafi subito"

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Muammar Gheddafi (Getty)
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Si è svolto a Doha il vertice internazionale per cercare di trovare una soluzione al conflitto. Il consiglio nazionale transitorio libico ha chiesto e ottenuto l’accesso ai finanziamenti per l’assistenza ai civili. L’Italia chiude i rapporti con il raìs

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Il leader libico Muammar Gheddafi deve lasciare presto il potere e i ribelli che combattono contro di lui dovrebbero ricevere aiuti materiali, secondo quanto hanno stabilito i ministri degli Esteri riuniti a Doha per discutere del futuro della Libia. "I partecipanti sono rimasti uniti e fermi nella loro determinazione", spiega il comunicato finale. A Doha era presente anche Mussa Kussa, l'ex ministro deglii Esteri libico, ma la delegazione del Consilio nazionale transitorio libico si sarebbe rifiutata di incontrarlo. Lo rivelano i siti internet dell'opposizione libica. Nonostante la sua defezione, i ribelli considerano ancora l'ex ministro troppo vicino al regime di Muammar Gheddafi.

"Gheddafi ha perso tutta la legittimità"
- “Gheddafi e il suo regime hanno perso tutta la legittimità e (Gheddafi) deve lasciare il  potere consentendo al popolo libico di determinare il proprio futuro". Il linguaggio del comunicato indica una posizione più forte di quella registrata al meeting del gruppo di due settimane fa e riflette la maggiore pressione esercitata da Gran Bretagna e Francia, che stanno effettuando la maggior parte degli attacchi contro le forze di Gheddafi e vogliono che altri membri Nato contribuiscano di più agli sforzi dell'Alleanza per porre fine allo stallo nella guerra civile in Libia.

Ok ai finanziamenti per i ribelli - Il segretario generale della Nato, presente a Doha, ha detto di non ritenere che l'Alleanza sia operando troppo lentamente in Libia. Il "gruppo di contatto" dei ministri degli Esteri, il cui prossimo vertice si terrà a Roma a inizio maggio, ha detto che lavorerà con il consiglio nazionale dei ribelli per istituire un meccanismo finanziario temporaneo, riferendosi all'idea che si era già diffusa di stabilire un fondo a favore dei ribelli utilizzando gli asset libici congelati nelle scorse settimane.
“I partecipanti concordano che un meccanismo finanziario temporaneo potrebbe fornire un metodo per il Cnp (Consiglio nazionale provvisorio) e per la comunità internazionale di gestire ricavi per fornire assistenza a breve termine alle necessità finanziarie e ai bisogni strutturali in Libia".

Il ruolo dell'Italia
- Sempre da Doha il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che l'Italia non ha più alcuna relazione con il governo nella Libia occidentale, parti della quale restano sotto il saldo controllo di Gheddafi. "Non abbiamo relazioni con la Libia occidentale", ha detto ai giornalisti il capo della Farnesina.
Più o meno negli stessi minuti, da Londra, una fonte ha reso noto che l'Eni è in trattativa per noleggiare una nave per il trasporto di 600mila barili di greggio dai giacimenti petroliferi in Libia occidentale.

Combattimenti a Misurata - In Libia, intanto, i ribelli hanno dato notizia di pesanti combattimenti nel centro e nella zona orientale di Misurata, città sulla costa ovest della Libia, aggiungendo che stanno compiendo progressi nei confronti delle truppe governative. "Oggi sembra andare bene, i ribelli stanno facendo passi avanti negli scontri e possiamo vedere colonne di fumo che salgono da molte posizioni delle forze (governative)", ha detto un portavoce dei ribelli che si è identificato come Gemal Salem.

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