Libia tra bombardamenti alleati e presunti cessate il fuoco

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Distrutto da un missile a Tripoli un bunker di Gheddafi che aveva minacciato: "Voi morirete, noi vinceremo" (AUDIO). In serata le sue forze armate accettano la risoluzione Onu: dubbi degli Usa. In azione anche aerei italiani. Spari a Bengasi TUTTE LE NEWS

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Le Forze armate libiche hanno annunciato il cessate il fuoco (IL VIDEO). "Dalle ore 21 di questa sera (ore 20 in Italia), nel rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu, il governo ordina a tutte le unità militari di sospendere tutte le operazioni", ha detto un portavoce. Dichiarazioni che non hanno convinto però la "coalizione dei volenterosi". Il Pentagono, ricordando il precedente "cessate il fuoco" violato dal regime di Gheddafi, ha detto di nutrire "dubbi" sul fatto che il colonnello possa mantenere questa volta la parola. Perplessità espresse anche la ministro Frattini che ribadisce: "alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete".

In attesa di accertare quali siano davvero le intenzioni di Gheddafi e delle forze che gli sono ancora leali, proseguono intanto massicci i raid alleati che coinvolgono via via più intensamente anche le forze armate italiane con nostri aerei da combatimento decollati da Trapani per un'azione d'attacco in Libia.  Nel video in alto le immagini dei tornado italiani che decollano da Trapani mentre a Tripoli la contraerea libica continua a difendere la città, nonostante l'annunciato "cessate il fuoco" e a Bengasi si sono sentiti spari per tutta la notte.

La minaccia di Gheddafi: "La nostra terra sarà un inferno per voi" aveva minacciato in mattinata il leader libico Muammar Gheddafi che, in un nuovo audio diffuso dalla tv di Stato, si era scagliato contro la coalizione internazionale. "Tutto il mondo vede che è in corso una guerra crociata contro il mondo islamico e la Libia in particolare. Abbiamo subito dei raid e questi sono metodi terroristi", aveva detto il colonnello (vai all'audio).
Dopo il messaggio minaccioso del Rais, e prima del presunto cessate il fuoco, il governo libico ha comunicato di avere iniziato a distribuire armi a più di un milione di persone e le forze fedeli a Gheddafi sono entrate nella città insorta di Misurata, 200 km a est di Tripoli.
A tarda sera, nonostante gli alleati ribadiscano che Gheddaffi in sè non è l'obiettivo dell'azione mkilitare che mira solo a far rispettare la no-fly zone decisa dalle Nazioni Unite, testimoni della stampa internazionale a Tripoli hanno confermato che un edificio amministrativo è stato stasera totalmente distrutto da un missile: l'edificio si trova nel complesso di Bab el Aziziya, la residenza di Muammar Gheddafi.

I raid di Francia e Usa -L'attacco contro le forze di Gheddafi era cominciato alle 17,45 di sabato, dopo il via libera arrivato nel primo pomeriggio dal vertice di Parigi sulla Libia fra Onu, Usa, Ue e paesi arabi.
Per tutto il giorno la Libia ha sostenuto che ci fossero state vittime civili mentre i Paesi partecipanti all'azione Odissey Dawn negavano di aver colpito obiettivi civili.
Secondo un funzionario del sistema sanitario libico sono morte 64 persone. La tv di Stato libica ha affermato che l'offensiva ha colpito obiettivi civili in diverse zone del Paese nonché un ospedale in un sobborgo della Capitale. L'emittente ha anche mostrato le immagini di un ospedale in cui si troverebbero i civili feriti. In serata sono state diffuse foto dei funerali delle prime vittime. Difficile una verifica delle notizie sul campo.

L'operazione 'Odissey Dawn' (Odissea all'alba) della coalizione internazionale era entrata nel secondo giorno con la notizia di un bombardamento su Tripoli, all'alba. Un raid aveva preso di mira la Capitale e il dispositivo antiaereo era entrato in azione: nella città si sono udite esplosioni, mentre si alzavano grida di "Allah è grande". I bombardamenti si sono interrotti per alcune ore nel corso della mattina. Poi le incursioni francesi e americane sono riprese. Secondo l'ammiraglio americano Mike Mullen "in 24 ore sono stati fatti significativi progressi", a Bengasi le forze di Gheddafi sono state fermate e la no fly zone sarebbe stata effettivamente imposta sui cieli libici.

"Sembra che le cose siano andate bene", ha commentato un portavoce di Africom riferendosi ai bombardamenti (QUI LE FOTO). "Abbiamo colpito strutture integrate della contrarea e postazioni per missili terra-aria vicino a Tripoli, Misurata e Sirte", ha precisato. Il capo di stato maggiore interforze statunitense, Mike Mullen, ha affermato che la coalizione internazionale punta a eliminare "all'incirca entro domani" (lunedì, ndr) ogni supporto logistico per le forze fedeli a Muammar Gheddafi. Dei 22 obiettivi indicati prima delle operazioni, 20 sarebbero stati colpiti.

Il fronte contrario all'azione militare - Di fronte all'attacco, la Libia chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
La notizia arriva dopo che anche Pechino, come già fatto da Mosca, aveva espresso il suo "rammarico" per gli attacchi della coalizione internazionale contro le truppe del Colonnello. Cina e Russia, entrambi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, si erano astenute al momento dell'approvazione della risoluzione 1973 che ha dato base legale all'intervento. Anche il comitato dell'Unione africana sulla Libia ha chiesto lo "stop immediato a tutte le ostilita'" in Libia.
Perplessità sulla dinamica dell'attacco vengono anche dalla Lega Araba, che sottolinea come l'imposizione di una no fly zone cui aveva aderito, è cosa diversa dai bombardamenti che si stanno svolgendo in queste ore.

Congelati beni per 7 miliardi - L'Italia, sempre in attuazione della risoluzione 1973  dell'Onu, ha anche congelato beni di Gheddafi o di entità libiche per 6-7 miliardi di euro.

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