La coalizione contro Gheddafi: Francia leader militare

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Il summit di Parigi sulla crisi in Libia
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Le operazioni guidate dal governo di Sarkozy con un centinaio di caccia impiegati. Disponibili aerei da combattimento anche inglesi, danesi, norvegesi, Usa. Basi da Italia e Grecia, sostegno anche da altri Paesi. Ecco le forze in campo

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Con il bombardamento di alcuni tank dell'esercito lealista da parte di aerei francesi è stata avviata l'operazione alleata contro Gheddafi. Un'azione militare a pochi chilometri dall'Europa che non si registrava dal tempo dell'attacco Nato in Kosovo alla fine degli anni '90, seguito poi dalle azioni in Iraq e Afghanistan. Oggi, di nuovo impegnate con le loro forze militari, la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, oltre che altri Paesi europei e arabi si sono messe a dispozione per partecipare alle operazioni aeree in Libia, autorizzate dall'Onu.
Queste le forze che potrebbero essere messe in campo.

FRANCIA Parigi assicura "la leadership" dell'intervento militare, secondo il premier belga Yves Leterme. I Rafale hanno gia' iniziato i raid. La Francia dispone di un centinaio di caccia, in particolare Rafale e Mirage 2000, oltre che aerei radar Awacs. Una porta elicotteri Mistral e' stata spostata di recente nell'area. Le basi aeree di Solenzara, in Corsica, e di N'Djamena, in Ciad, sono in stato di allerta. La portaerei Charles De Gaulle, attualmente a Tolone (nel sud della Francia), potrebbe avvicinarsi alle coste libiche.
GRAN BRETAGNA La Gran Bretagna sta dispiegando aerei da combattimento Tornado e Eurofighter verso le basi vicine alla Libia. Potrebbe essere coinvolta Cipro, dove recentemente erano posizionati tre aerei radar Awacs. Londra dispone anche di basi a Malta ma La Valletta non ha dato l'ok per il loro utilizzo. Due fregate britanniche incrociano attualmente nel Mediterraneo, la Westminster e la Cumberland.
STATI UNITI F-15 e F-16 americani si trovano già nella base di Sigonella (in Sicilia). La porta elicotteri Bataan e due navi cisterna di sostegno saranno spostate mercoledi' verso il Mediterraneo. Gli Usa dispongono inoltre di due cacciatorpedinieri lancia-missili nel Mediterraneo orientale, il Barry e lo Stout. Entrambi sono equipaggiati con missili da crociera Tomahawks.
CANADA I canadesi hanno promesso sette caccia-bombardieri CF-18. La nave da guerra Charlottetown si trova gia' nella regione.
ITALIA L'Italia ha offerto "per il momento" le sue basi militari dopo il via libera alla no-fly zone, ma non esclude una partecipazione più importante in un secondo tempo. Roma ha chiesto che il coordinamento delle azioni militari siano trasferite da Stoccarda (Germania) a Capodichino, e ha proposto l'utilizzo di sette basi aeree, compresa quella di Sigonella, in Sicilia.
NATO La Nato resta in attesa e si limita ad "accelerare la pianificazione". Sembra orientata a giocare solo un ruolo d'appoggio. Gli aerei radar Awacs dell'Alleanza sono già presenti nel Mediterraneo e sono in volo 24 ore al giorno e sette giorni su sette da una settimana. La Nato ha dispiegato recentemente tre navi cisterna nella stessa zona e le sue navi dragamine non sono lontane.
DANIMARCA Copenaghen ha proposto l'impegno di un massimo di quattro caccia F-16, di due aerei da combattimento e di un aereo da trasporto.
NORVEGIA La Norvegia ha promesso sei caccia F-16.
BELGIO Il Belgio si è detto pronto a partecipare, evocando la possibilita' di ridispiegare "quattro dei sei" caccia F-16 attualmente impegnati in ambito Nato, oltre che una nave dragamine.
PAESI BASSI I Paesi Bassi hanno annunciato un contributo senza però specificarne i dettagli.
GRECIA Atene ha messo a disposizione le basi greche senza precisare quali.
PAESI ARABI Il Qatar ha assicurato la sua partecipazione, senza fornire dettagli. Un diplomatico dell'Onu ha promesso l'impegno degli Emirati arabi uniti, ma non ci sono conferme. - SPAGNA La Spagna offre quattro caccia F-18 che avranno l'Italia come base.

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