Nobel per la pace al dissidente cinese. Le reazioni in rete

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epa02383354 An activist holds a placard with a photograph of jailed Chinese pro-democracy activist Liu Xiaobo in front of the 'Chinese Liaison office in Hong Kong' during a protest demanding China's government to release Liu Xiaobo in Hong Kong, China, 08 October 2010, after Liu Xiaobo has won the Nobel Peace Prize 2010. Liu Xiaobo, 54, was jailed for 11 years last December for subversion of state power, a year after his detention as lead author of Charter 08, a manifesto issued by Chinese intellectuals and activists calling for free speech and multi-party elections.  EPA/YM YIK

Da Twitter ai blog cinesi si diffondono commozione e plauso per la scelta di conferire a Liu Xiaobo l’autorevole riconoscimento. E i socialnetwork scrivono: “Onore a coloro che amano la libertà”

di Matteo Miavaldi

Lo davano per favorito già da alcuni giorni, ed il comitato di Oslo non ha deluso le aspettative: alle cinque di pomeriggio, ora locale in Cina, mentre davanti ai giornalisti di tutto il mondo il portavoce danese annunciava la vittoria di Liu Xiaobo, i netizen cinesi hanno letteralmente invaso Twitter.
Un fiume di commenti è rimbalzato in tutto il globo in un passaparola mondiale che sicuramente avrà fatto storcere il naso al governo cinese, che questo 8 ottobre hanno incassato dalla comunità internazionale un affronto che non ha paragoni nella storia recente di Pechino.
Seguire lo streaming degli account Twitter di molti dissidenti cinesi rendeva l'idea del significato che questo giorno avrà per un'intera generazione di cinesi. “Oggi molte persone stanno piangendo davanti a questa notizia”, ha commentato Michael Anti, uno dei blogger cinesi più seguiti e già corrispondente per il New York Times dalla Cina, ringraziando la Norvegia per “aver dato la possibilità alla Cina di intravedere un futuro migliore”.

Dello stesso parere anche Isaac Mao, blogger e co-fondatore di Cnblog.org, che ha invitato tutti ad unirsi in questo “giorno storico. La Cina presto cambierà!”, mentre Ai Weiwei, noto dissidente ed architetto dello stadio Nido d'uccello ultimato per le scorse Olimpiadi, sintetizza così: “Liu Xiaobo, onore a coloro che amano la libertà”.
KaiserKuo, blogger, musicista ed esperto della blogosfera cinese, dopo aver pronosticato la vittoria di Liu Xiaobo prima dell'annuncio ufficiale, si è spinto fino a prevedere che “entro breve, il governo rilascerà Liu Xiaobo per motivi di salute”, disegnando uno scenario forse in modo troppo affrettato, viste le dure reazioni ufficiali che di lì a poco sarebbero arrivate dai piani alti del Partito.
Alla risposta immediata della rete, le istituzioni ed i media statali cinesi hanno replicato in maniera piuttosto prevedibile: silenzio assordante per almeno un'ora, giusto per mettere a punto la macchina del controllo. Poi, la controffensiva.
Sina Weibo, il Twitter cinese, è stato epurato da ogni contenuto che contenga il nome del dissidente; i vari siti web d'informazione sono stati immediatamente “armonizzati”, ripetendo tutti la stessa, durissima, dichiarazione di Ma Zhaoxu, portavoce del Ministero degli Esteri cinese: “La Cina si oppone al Nobel per la pace conferito a Liu Xiaobo […] Liu Xiaobo è un criminale che ha violato le leggi cinesi e le sue azioni sono contrarie ai principi del premio Nobel per la pace”.
Il Ministero della Verità, dicitura che i netizen cinesi utilizzano per indicare la fonte delle direttive censorie, dirama il solito comunicato: tutti i media cinesi non devono prendere iniziative autonome, tutti i contenuti non conformi presenti in rete devono essere cancellati, in attesa della versione ufficiale da pubblicare, che sarà diramata dall'agenzia di stampa governativa Xinhua. La mannaia della censura è già calata sull'informazione cinese, ma questo 8 ottobre, comunque vada a finire, rimarrà un giorno storico.

Guarda tutti i video sui premi Nobel del 2010:

 

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