Lo ha stabilito un tribunale americano, che ha accolto il ricorso presentato da 32 compagnie petrolifere. La Casa Bianca ha annunciato che farà "immediatamente" appello contro la sentenza
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LA CAMPAGNA DI GREENPEACE CONTRO LA BP
No alla moratoria di sei mesi per le trivellazioni in acque profonde decisa dal presidente Usa Barack Obama ai primi di maggio dopo il dramma della Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico. Lo ha stabilito un tribunale americano di New Orleans, in Louisiana e la Casa Bianca ha annunciato che farà immediatamente appello.
La decisione è stata presa dal giudice distrettuale Martin Feldman, che ha accolto il ricorso guidato dalla Honbeck Offshore Services, attiva nel campo delle trivellazioni, secondo cui la decisione della Casa Bianca è arbitraria perché‚ nulla dimostra che le trivellazioni ad una profondià superiore ai 500 piedi (oltre 150 metri) siano più pericolose delle altre. Il ricorso ha l'appoggio, anche se implicito, del governatore della Louisiana, Bobby Jindal, un repubblicano all'opposizione, secondo cui "abbiamo un sacco di incidenti sui ponti, ma non per questo dobbiamo chiuderli".
La Casa Bianca farà immediatamente appello contro il giudice del Quinto distretto che ha bocciato la moratoria di sei mesi nelle trivellazione in acque profonde. Lo ha indicato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, secondo cui "il presidente rimane decisamente convinto che continuare a trivellare a queste profondità senza sapere quello che succede non ha nessun senso e mette in pericolo" i lavoratori del petrolio e l'ambiente nel Golfo del Messico.
In Louisiana Obama ed il suo ministro dell'interno Ken Salazar hanno l'appoggio di numerosi politici locali, tra cui i due democratici che contano, la senatrice Mary Landrieu, e il neo sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu. Non la pensa affatto allo stesso modo Jindal, una delle star emergenti del partito repubblicano, che aveva già criticato la Casa Bianca per le lungaggini burocratiche nella protezione delle coste minacciate dal greggio, chiedendo una maggiore autonomia a livello locale. Jindal, un fautore dell'intervento statale ridotto ai minimi termini, si era però detto contrario sin dall'inizio dell'inquinamento provocato dal pozzo della Bp, alla moratoria sulle trivellazioni, anche perché per lo Stato della Louisiana significa una riduzione drastica delle entrate fiscali. Il suo discorso è semplice: già soffriamo per pesca e turismo, non aggiungiamoci il petrolio.
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No alla moratoria di sei mesi per le trivellazioni in acque profonde decisa dal presidente Usa Barack Obama ai primi di maggio dopo il dramma della Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico. Lo ha stabilito un tribunale americano di New Orleans, in Louisiana e la Casa Bianca ha annunciato che farà immediatamente appello.
La decisione è stata presa dal giudice distrettuale Martin Feldman, che ha accolto il ricorso guidato dalla Honbeck Offshore Services, attiva nel campo delle trivellazioni, secondo cui la decisione della Casa Bianca è arbitraria perché‚ nulla dimostra che le trivellazioni ad una profondià superiore ai 500 piedi (oltre 150 metri) siano più pericolose delle altre. Il ricorso ha l'appoggio, anche se implicito, del governatore della Louisiana, Bobby Jindal, un repubblicano all'opposizione, secondo cui "abbiamo un sacco di incidenti sui ponti, ma non per questo dobbiamo chiuderli".
La Casa Bianca farà immediatamente appello contro il giudice del Quinto distretto che ha bocciato la moratoria di sei mesi nelle trivellazione in acque profonde. Lo ha indicato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, secondo cui "il presidente rimane decisamente convinto che continuare a trivellare a queste profondità senza sapere quello che succede non ha nessun senso e mette in pericolo" i lavoratori del petrolio e l'ambiente nel Golfo del Messico.
In Louisiana Obama ed il suo ministro dell'interno Ken Salazar hanno l'appoggio di numerosi politici locali, tra cui i due democratici che contano, la senatrice Mary Landrieu, e il neo sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu. Non la pensa affatto allo stesso modo Jindal, una delle star emergenti del partito repubblicano, che aveva già criticato la Casa Bianca per le lungaggini burocratiche nella protezione delle coste minacciate dal greggio, chiedendo una maggiore autonomia a livello locale. Jindal, un fautore dell'intervento statale ridotto ai minimi termini, si era però detto contrario sin dall'inizio dell'inquinamento provocato dal pozzo della Bp, alla moratoria sulle trivellazioni, anche perché per lo Stato della Louisiana significa una riduzione drastica delle entrate fiscali. Il suo discorso è semplice: già soffriamo per pesca e turismo, non aggiungiamoci il petrolio.
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