Il presidente della multinazionale è stato costretto alle scuse pubbliche dopo che aveva definito la gente che vive sul Golfo “persone di poco conto”. Oggi la compagnia parlerà al Congresso per fare chiarezza sulle cause del disastro
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Il presidente di Bp, Carl Svanberg è stato costretto a chiedere scusa per aver parlato di "gente di poco conto" riferendosi alle popolazioni colpite dalla marea nera provocata dalla sua azienda nel Golfo del Messico. "Mi sono espresso goffamente e sono davvero dispiaciuto", ha detto in un comunicato, fatto seguire alle osservazioni espresse dopo l'incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa, Barack Obama. "Quello che stavo tentando di dire è che Bp comprende come tocchi profondamente la vita delle persone che vivono sul Golfo e che dipendono da esso per la loro sopravvivenza sarà meglio non tradurlo con le parole ma con il lavoro che stiamo facendo per rimettere le cose a posto per le famiglie e le aziende danneggiate". Al termine dell'incontro alla Casa Bianca, Svenberg, che è svedese, aveva chiesto scusa per la fuoriuscita di petrolio e aveva cercato di esprimere la sua preoccupazione per le persone colpite dal disastro: "Sento dire talvolta che le grandi compagnie petrolifere sono aziende avide e senza scrupoli. Ma questo non è il caso della Bp. Noi ci preoccupiamo della gente di poco conto".
Naturalmente non sono sufficienti le “scuse” da parte di Bp. La multinazionale britannica deve vedersela direttamente con le istituzioni Usa. Tony Hayward, frontman di BP davanti all'opinione pubblica nella crisi della "Marea Nera", comparirà di fronte a una commissione del Congresso per spiegare gli eventi che hanno portato alla più grave fuoriuscita di petrolio nella storia americana, e quel che il gigante energetico britannico ha fatto per ripulire.
La rabbia dell'opinione pubblica sulla gestione del disastro, a 59 giorni dal suo inizio, è ancora molto forte, soprattutto sul lato americano del Golfo, dove la marea di petrolio si è riversata sulle coste, minacciando la pesca e il turismo e provocando la morte di uccelli e animali marini.
Il presidente Barack Obama ha accentuato le sue critiche verso BP, e alcuni parlamentari hanno torchiato in pubblico i dirigenti della compagnia, in particolare Hayward. E oggi sarà prevedibilmente lo stesso.
Ieri intanto la compagnia ha annunciato di aver dato avvio a un secondo sistema di cattura del greggio dal pozzo, dopo che martedì un team di scienziati Usa aveva aumentato del 50% la stima sulla quantità di petrolio riversata in mare.
Anche l'inchiesta del governo sulla perdita, che viene condotta dalla Guardia Costiera e dal Servizio di Gestione Minerali del Dipartimento dell'Interno (Mms) verrà messa sotto esame oggi a Capitol Hill, con la testimonianza dell'ispettrice generale Mary Kendall davanti a una commissione della Camera.
In alcune dichiarazioni già scritte, Kendall afferma che le procedure investigative della Guardia Costiera sono "di vasta portata, ma dal mio punto di vista timide", perché si concentrano più sulle audizioni che sulla produzione di prove.
La deposizione di Kendall farà nascere qualche timore anche sull'addestramento e la supervisione degli ispettori dell'Mms, l'agenzia che sovrintende allo sfruttamento offshore di pozzi petroliferi e di gas, e che è stata attaccata perché troppo accomodante con l'industria petrolifera.
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