Wikileaks, l'acchiappa-segreti

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Il logo di Wikileaks
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Il video dell'attacco americano è l'ultimo di una serie di scoop del sito nato per svelare i segreti e mettere in difficoltà i potenti. I suoi creatori sperano che la rinnovata popolarità aiuti il servizio, che ha bisogno di fondi, a sopravvivere

di Raffaele Mastrolonardo

L'ultimo scoop ha riportato Wikileaks   al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica internazionale e potrebbe aiutare il servizio, in difficoltà economica, a sopravvivere. La rivelazione, il 5 aprile scorso, del video   di un'operazione dell'esercito americano a Baghdad nella quale hanno perso la vita 12 persone, tra cui due impiegati dell'agenzia di stampa Reuters, ha infatti riacceso i riflettori sul sito che, causa mancanza fondi, negli ultimi tempi ha ridotto sensibilmente le attività.

Creato nel 2007 da un gruppo di attivisti guidati dall'australiano Julian Assange, giornalista e hacker etico, Wikileaks ambisce ad essere un porto sicuro per tutti coloro che, in possesso di documenti riservati, vogliono renderli pubblici. Agli informatori garantisce anonimato e una piattaforma sicura con server distribuiti in quei Paesi (come Stati Uniti, Belgio o Svezia) che offrono migliori garanzie per la protezione della libertà di espressione.

L'importanza del documento, che getta luce su un evento accaduto il 12 luglio 2007, è servita a riportare in primo piano l'importanza giornalistica di questo servizio, in grado di sfruttare Internet per accedere a materiali che sfuggono anche all'azione investigativa di grandi testate. Come ha ricordato il Times di Londra “nessun segreto è al sicuro da Wikileaks” . Mentre il New York Times lo ha definito “una spina nel fianco delle autorità americane e estere”. Il più popolare quotidiano del mondo descrive quel mix di “giornalismo investigativo e attivismo” che costituisce il marchio di fabbrica dell'impresa riconoscendogli un ruolo innovativo nel panorama informativo contemporaneo: “rivelando un video dal forte impatto, che i media avevano invano cercato di ottenere per vie tradizionali, Wikileaks si è inserito nella discussione nazionale sul ruolo del giornalismo nell'era digitale”.

Dopo tutto, Wikileaks non si considera in concorrenza con i media organizzati ma si pone esplicitamente al loro servizio e conta sui reporter di professione per dare visibilità ai materiali pubblicati e approfondire le questioni sollevate. In questo senso, i curatori del sito possono considerare un successo anche il ritratto, di parole e immagini, che il New York Times ha dedicato Namir Noor-Eldeen, il giovane fotoreporter ucciso nell'attacco . O il servizio di Al Jazeera che ha intervistato i due bambini feriti dall'azione Usa, mostrando sui loro corpi gli effetti, tuttora ben visibili, dei colpi partiti dagli elicotteri Apache.

Altrettanto apprezzate sono state le prime analisi sulla legalità delle azioni dei militari americani, come quelle proposte da Newsweek e dal New Yorker . Il settimanale newyorchese fa notare come la visione delle immagini ispiri più di un dubbio riguardo alla legalità di alcuni aspetti dell'operazione, in particolare, riguardo alla proporzionalità della reazione, l'identificazione dei combattenti, il ruolo del comando e il trattamento dei combattenti feriti.

La speranza della squadra di Wikileaks è ora che il clamore suscitato dal video possa aiutare l'organizzazione ad incrementare le donazioni e raggiungere quei 600 mila euro necessari, da qui a fine anno, per riprendere le attività a pieno regime. Tra i materiali in procinto di essere pubblicati, fanno sapere, ci sarebbe anche un altro video che documenterebbe un bombardamento americano in Afganistan in cui sarebbero morti 97 civili. Ma per completare l'opera di decrittazione servono fondi.


I migliori scoop di Wikileaks

Il saccheggio del Kenya
Nell'agosto 2007 Wikileaks rende pubblico un rapporto redatto dalla società di consulenza internazionale Kroll che documenta l'enorme corruzione facente capo alla famiglia di Daniel Arap Moi, l'ex leader del Paese. Il testo rivela che Moi avrebbe sottratto al patrimonio pubblico nazionale l'equivalente di oltre 1 miliardo di sterline. Il documento è la base di un'inchiesta pubblicata sulla prima pagina del quotidiano inglese The Guardian .

Le procedure di Guantanamo
Nel novembre 2007 Wikileaks pubblica una copia delle Standard Operating Procedures for Camp Delta , il protocollo seguito dall'esercito americano per il trattamento dei detenuti nelle prigioni di Guantanamo Bay. Il documento rivela, tra le altre cose, come alla Croce Rossa internazionale fosse impedito l'accesso ad alcuni prigionieri.

Le email sul riscaldamento globale
Nel novembre 2009 Wikileaks è tra quei siti che rendono pubblica la corrispondenza elettronica tra alcuni importanti scienziati che studiano cambiamento climatico. Alcune frasi ambigue presenti nelle e-mail vengono lette dal fronte degli scettici come la dimostrazione che i dati sul riscaldamento globale sono stati “aggiustati”.

Gli sms dell'11 settembre
Il 25 novembre dell'anno scorso Wikileaks rende pubblici 570 mila messaggi di testo inviati da cerca-persone americani il giorno degli attacchi dell'11 settembre. Tra questi messaggi ci sono quelli di alcuni funzionari del Pentagono e della Polizia della città di New York.

Il video dell'attacco americano in Iraq:

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