Pedofilia, vescovo norvegese ammette abusi su minore

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Dopo aver rinuciato, il 7 giugno 2009, al governo pastorale della diocesi di Trondheim, Georg Muller ha riconosciuto d'aver commesso violenze, quando era ancora un semplice prete, su un chierichetto. Nel frattempo Sodano nuovamente in difesa del Papa

Il 7 giugno 2009 aveva stupito la decisione di Georg Muller, annunciata durante la celebrazione della messa domenicale, di rinunciare al governo pastorale della prelatura territoriale norvegese di Trondheim. A distanza d'un anno la motivazione è stata resa nota da un comunicato ufficiale dell'amministratore apostolico di Trondheim Bernd Eidsvig, che la tv di stato norvegese Nrk ha subito rilanciato.

Una ventina d'anni fa, prima dell'ordinazione episcopale, Muller abusò d'un chierichetto, che è sempre voluto restare anonimo e che, in ogni caso, ha ricevuto dal presule un risarcimento di 65mila euro  Tuttavia, a differenza dei media statunitensi che hanno attaccato più volte i vertici della Curia Romana per atteggiamenti di presunta connivenza, quelli scandinavi hanno rilevato che, dopo un'inchiesta condotta dal nunzio apostolico in Svezia, la Congregazione per la Dottrina della Fede era giunta alla conclusione che Muller dovesse dimettersi. Cosa che il presule fece prontamente. Al riguardo s'è espresso, in giornata, anche il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi con un comunicato ufficiale, in cui, oltre a riassumere la vicenda, è stato dichiarato che Muller "si sottopose a un periodo di terapia e non svolge più attività pastorale. Dal punto di vista delle leggi civili il caso era prescritto. La vittima, oggi maggiorenne, ha finora sempre chiesto di rimanere anonima".

E la pubblica confessione di Muller arriva a un giorno dal nuovo affondo del New York Times contro il Vaticano e, soprattutto, dalla nuova entrata in campo del cardinale Angelo Sodano che, in un'intervista rilasciata a L'Osservatore Romano, ha ricondotto il bombardamento mediatico sull'affaire dei preti pedofili a "un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa". Il decano del collegio cardinalizio non ha usato mezzi termini e ha parlato d'attacchi generazionali contro la Chiesa, basati, di volta in volta, su argomenti diversi: "Ora contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae".

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