Terrorismo, Michael non può volare. Ma è solo un boy scout
MondoHa 8 anni e non può salire su un aereo perché inserito nella lista nera dei sospetti terroristi. Ma è solo un ragazzino del New Jersey vittima di omonimia. E il suo non è un caso così raro
di Serenella Mattera
Quando la prima volta l’hanno fermato aveva due anni. E ha pianto. Potenziale terrorista, così diceva la lista “selezionata” della Tsa, la Transport security administration. Michael Hicks figurava tra i 13.500 sospetti che devono essere sottoposti a severissimi controlli all’imbarco dei voli da e per l’America. E così è stato, negli ultimi sei anni. Perquisizioni accurate, verifiche approfondite. A volte anche il divieto di volare. Inutile provare a obiettare che Michael Hicks è solo un bambino. Che il nome nella lista appartiene evidentemente a un omonimo. «Un terrorista può far esplodere le proprie mutande e non lo prendono. Ma mio figlio non può passare attraverso i controlli di sicurezza senza essere perquisito», dice esasperata la madre, una fotogiornalista. Che ha raccontato la sua storia al New York Times.
Michael, oggi un gracilino boy scout di otto anni dai capelli biondi, è nato poche settimane prima dell’11 settembre 2001. Ma ha iniziato presto a confrontarsi con le misure studiate per tutelare la sicurezza nazionale: “Perché pensano che un bambino sia un terrorista?”, domanda agli adulti. Semplice. Il suo è un nome sfortunato. Perché un certo Michael Hicks è effettivamente un sospetto criminale. Ma con la sua presenza nella lista della Tsa fa diventare un calvario l’imbarco per tutti i suoi omonimi d’America (se ne contano 1600 solo nell’elenco del telefono).
Negli ultimi tre anni, 81.793 viaggiatori hanno fatto ricorso per essere stati vittime di casi di omonimia. Alcuni di loro hanno imparato a inserire qualche lettera sbagliata nel loro nome, quando comprano i biglietti aerei: pare sia sufficiente a ingannare il sistema. Ma il problema è a monte. E si aggiunge alle numerose falle che hanno messo in serio imbarazzo i responsabili della sicurezza nazionale nell’ultimo mese. Il deputato democratico William Pascrell, è duro: «Non possiamo semplicemente gettare un mucchio di nomi in queste liste e chiamarla sicurezza». La Tsa, da parte sua, annuncia le prime misure: accanto a ogni nome sospetto, scriverà anche sesso e data di nascita.
Quando la prima volta l’hanno fermato aveva due anni. E ha pianto. Potenziale terrorista, così diceva la lista “selezionata” della Tsa, la Transport security administration. Michael Hicks figurava tra i 13.500 sospetti che devono essere sottoposti a severissimi controlli all’imbarco dei voli da e per l’America. E così è stato, negli ultimi sei anni. Perquisizioni accurate, verifiche approfondite. A volte anche il divieto di volare. Inutile provare a obiettare che Michael Hicks è solo un bambino. Che il nome nella lista appartiene evidentemente a un omonimo. «Un terrorista può far esplodere le proprie mutande e non lo prendono. Ma mio figlio non può passare attraverso i controlli di sicurezza senza essere perquisito», dice esasperata la madre, una fotogiornalista. Che ha raccontato la sua storia al New York Times.
Michael, oggi un gracilino boy scout di otto anni dai capelli biondi, è nato poche settimane prima dell’11 settembre 2001. Ma ha iniziato presto a confrontarsi con le misure studiate per tutelare la sicurezza nazionale: “Perché pensano che un bambino sia un terrorista?”, domanda agli adulti. Semplice. Il suo è un nome sfortunato. Perché un certo Michael Hicks è effettivamente un sospetto criminale. Ma con la sua presenza nella lista della Tsa fa diventare un calvario l’imbarco per tutti i suoi omonimi d’America (se ne contano 1600 solo nell’elenco del telefono).
Negli ultimi tre anni, 81.793 viaggiatori hanno fatto ricorso per essere stati vittime di casi di omonimia. Alcuni di loro hanno imparato a inserire qualche lettera sbagliata nel loro nome, quando comprano i biglietti aerei: pare sia sufficiente a ingannare il sistema. Ma il problema è a monte. E si aggiunge alle numerose falle che hanno messo in serio imbarazzo i responsabili della sicurezza nazionale nell’ultimo mese. Il deputato democratico William Pascrell, è duro: «Non possiamo semplicemente gettare un mucchio di nomi in queste liste e chiamarla sicurezza». La Tsa, da parte sua, annuncia le prime misure: accanto a ogni nome sospetto, scriverà anche sesso e data di nascita.