A 4 giorni dal suo arresto in Svizzera il regista ha presentato ricorso contro la richiesta americana. Intanto dal mondo del cinema arrivano nuove adesioni per il suo immediato rilascio
Arrestato sulla base d'un ordine di cattura emesso dagli Usa per aver violentato, 34 anni or sono, una 13enne, Roman Polanski, che aveva lasciato gli States mentre, nel lontano '78, era ancora in corso il processo, ha presentato alla corte svizzera il ricorso contro la sua estradizione richiesta dalle autorità americane. Il documento è già arrivato al tribunale penale di Bellinzona e nelle prossime settimane si conoscerà la decisione presa dai giudici. I suoi legali stanno lavorando anche per cercare di ottenergli la libertà su cauzione, una possibilità che di rado è stata concessa dal tribunale elvetico e che potrebbe prevedere, in via teorica, la possibilità che il cineasta rimanga in Svizzera nel suo chalet di Gstaad fino a quando la vicenda non sarà risolta. Gli Stati Uniti hanno ancora 60 giorni di tempo per presentare una richiesta di estradizione. Molte sono le manifestazioni di solidarietà che arrivano dal mondo dello spettacolo e ai tanti registi e attori internazionali, che hanno firmato una petizione per l'immediato rilascio del regista, si sono aggiunti anche i nomi di Woody Allen, David Lynch e Martin Scorsese.
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