Secondo il quotidiano britannico alcuni giornalisti avrebbero ottenuto in modo illecito informazioni sui vip e News Corp avrebbe pagato per fermare le cause legali. Scotland Yard: non ci sono elementi per una nuova inchiesta
Il gruppo editoriale New Corp, di proprietà di Rupert Murdoch, avrebbe pagato un milione di sterline per “appianare cause legali che minacciavano di rivelare le prove di ripetuti coinvolgimenti di giornalisti del gruppo nell'uso di metodi criminosi per ottenere informazioni”. E’ quanto ha scritto ieri il Guardian in un lungo e dettagliato articolo in cui sostiene di essere in possesso di prove che dimostrerebbero come giornalisti che fanno capo al gruppo di Murdoch (e in particolare del domenicale News of the World) avrebbero in maniera "sistematica e ripetuta" agito illegalmente per ottenere informazioni su politici e personalità note dello spettacolo e dello sport. Secondo il Guardian, investigatori privati avrebbero lavorato per il News of the World intercettando messaggi in segreteria telefonica e ottenendo accesso a dati personali come bollette ed estratti conto bancari. Tra gli intercettati, ci sarebbero l'ex-vice primo ministro britannico John Prescott, l'attrice Usa Gwyneth Paltrow e la modella australiana Elle Macpherson.
L’articolo del Guardian è stato discusso alla camera dei Comuni e Scotland Yard è intervenuta nel pomeriggio di ieri annunciando che avrebbe effettuato una verifica. Poi è arrivata la decisione: la polizia metropolitana di Londra non aprirà una nuova inchiesta in quanto, ha riferito il numero due John Yates incaricato di verificare i fatti riportati dal Guardian "non emergono nuovi dettagli" o aspetti che non fossero già noti ai tempi di un'inchiesta che nel 2007 portò alla condanna al carcere di Clive Goodman, un giornalista di News of the World, e dell'investigatore privato ingaggiato per 'piratare' i telefoni di tre membri dello staff di Buckingham Palace. All'epoca la proprietà del giornale affermò che Goodman aveva agito senza che colleghi o superiori ne fossero a conoscenza.
Alle accuse avanzate dal Guardian, News International (il ramo britannico di News Corp che si occupa di carta stampata) risponde ricordando che “dal 2006 ha cooperato con chi stava investigando sui suoi e altri giornali a proposito dell'uso di intercettazioni e investigatori privati per procurarsi notizie". L'indagine portò all'arresto del giornalista Clive Goodman e dell’investigatore privato Glen Mulcaire e alle dimissioni del suo direttore Andy Coulson. “Dal febbraio 2007 poi a tutti i giornalisti è stato imposto un rigido codice di condotta il cui rispetto, così come quello della legge in materia, è costantemente monitorato”. Nello stesso tempo, sostiene News International, "non si retrocede dal difendere con vigore il nostro diritto, nonché il nostro specifico ruolo, di raccontare cattive condotte nei casi di pubblico interesse".
L’articolo del Guardian è stato discusso alla camera dei Comuni e Scotland Yard è intervenuta nel pomeriggio di ieri annunciando che avrebbe effettuato una verifica. Poi è arrivata la decisione: la polizia metropolitana di Londra non aprirà una nuova inchiesta in quanto, ha riferito il numero due John Yates incaricato di verificare i fatti riportati dal Guardian "non emergono nuovi dettagli" o aspetti che non fossero già noti ai tempi di un'inchiesta che nel 2007 portò alla condanna al carcere di Clive Goodman, un giornalista di News of the World, e dell'investigatore privato ingaggiato per 'piratare' i telefoni di tre membri dello staff di Buckingham Palace. All'epoca la proprietà del giornale affermò che Goodman aveva agito senza che colleghi o superiori ne fossero a conoscenza.
Alle accuse avanzate dal Guardian, News International (il ramo britannico di News Corp che si occupa di carta stampata) risponde ricordando che “dal 2006 ha cooperato con chi stava investigando sui suoi e altri giornali a proposito dell'uso di intercettazioni e investigatori privati per procurarsi notizie". L'indagine portò all'arresto del giornalista Clive Goodman e dell’investigatore privato Glen Mulcaire e alle dimissioni del suo direttore Andy Coulson. “Dal febbraio 2007 poi a tutti i giornalisti è stato imposto un rigido codice di condotta il cui rispetto, così come quello della legge in materia, è costantemente monitorato”. Nello stesso tempo, sostiene News International, "non si retrocede dal difendere con vigore il nostro diritto, nonché il nostro specifico ruolo, di raccontare cattive condotte nei casi di pubblico interesse".