“Ho imparato il mestiere a 13 anni”, racconta al Corriere della Sera la donna che scippa i passeggeri del metrò e si apposta dove comprano i biglietti: “Così posso vedere dove mettono il portafogli. Quando decido di entrare in azione scelgo i soggetti più vulnerabili, di solito le donne"
“Guadagno fino a 1.000 euro al giorno con i furti, ma ho sensi di colpa” a raccontarlo al Corriere della Sera è Ana una delle donne ritratte nei video diventati virali su Instagram della pagina “Milano Bella da Dio”. Nei post si vedono furti ai danni di pendolari e turisti nella metropolitana milanese. Una delle protagoniste dice di chiamarsi Ana, ha 29 anni e 9 figli, che non vivono con lei: “Sono tutti in Bosnia. L’ultimo parto è stato a dicembre. Se ne occupa mio marito che non lavora. Mantengo io la famiglia. È capitato che in un giorno abbia messo in tasca 1.000 euro, ma è un’eccezione. Anche 500 sono tanti, visto che la gente gira con poco contante”. Lavora”a tempo pieno” sette giorni su sette dalla mattina alla sera, quando finisce va “casa, zona Niguarda, nell’appartamento comprato dai miei genitori. Lo condivido con amiche e parenti: le mie colleghe di scippi. Io però preferisco muovermi da sola o al massimo in coppia, tra Duomo e Centrale, per non dare nell’occhio. Guardi che affollamento, quante persone: ne studio i volti, le movenze, infine battezzo la vittima”.
La zia l'ha avviata al mestiere a 13 anni
Ana si apposta dove i passeggeri comprano i biglietti: “Così posso vedere dove mettono il portafogli. Quando decido di entrare in azione scelgo i soggetti più vulnerabili, di solito le donne. Mi sfilo il giubbotto e me lo porto al braccio, nascondendo la mano con cui frugherò nella borsa. Se pesco uno smartphone va bene uguale”. La donna spiega che è stata la zia a iniziarle al mestiere: “Avevamo 13 anni. Lavoravamo nella metropolitana di Roma. Tuttora mi divido tra Milano e la Capitale, dove abbiamo un altro tetto. Mi sposto in treno, non ho la patente né vita sociale. Mio marito è molto geloso”.
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L’esempio della sorella
Sua sorella, però, si è ribellata e ha deciso di allontanarsi dalla famiglia. “È fuggita e so che è diventata parrucchiera. Non abbiamo più rapporti e si vergogna del suo cognome. Luca Caglio le chiede se non ha mai pensato di seguire il suo esempio: “Troppo tardi. Adesso dove vado? Ho nove figli. Non so fare niente, sono semianalfabeta. L’unica cosa che mi riesce è rubare. Ma a volte ho i sensi di colpa”. Il pericolo più grande, sembra sia la concorrenza. “Ci sono ladre itineranti che nel week end raggiungono Milano in camper”. Infine, dice di non temere il carcere: “Con un bimbo appena nato? Non mi portano più nemmeno in caserma. Prima ci finivo anche più volte al giorno. Ma venivo sempre rilasciata perché incinta o madre di un bimbo piccolo”.