Capodanno cinese a Milano, dopo tre anni torna la parata

Lombardia
Emanuela Ambrosino

Emanuela Ambrosino

Dopo tre anni torna il capodanno cinese nel capoluogo lombardo. Domenica 22 gennaio la tradizionale parata non attraverserà più via Paolo Sarpi ma vista l'alta affluenza prevista si terrà all'Arco della Pace. 

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Piove oggi a Milano. Una di quelle piogge insistenti che ti costringe a aprire l’ombrello e a lasciare la bici a casa. Piove sulle lanterne rosse, sui dragoni colorati, sui manifesti che annunciano il giorno più atteso dell’anno: quello della fine e dell’inizio.

In via Paolo Sarpi, cuore della chinatown milanese, c’è comunque aria di festa nonostante la pioggia e il freddo pungente anche perché, premette subito Agie Zhou, piove sempre durante le parate del capodanno cinese. Sarebbe quasi di cattivo auspicio, il contrario.

La storia di Agie

La storia di Agie è fatta di successo e di integrazione. Lo raggiungiamo davanti alla sua ravioleria, e mentre la fila si allunga e le “zie” continuano a produrre e cuocere ravioli di manzo, maiale e verdure, ci racconta cosa rappresenta l’anno del coniglio dell’acqua.

“L’acqua è prosperità, e porta via le cose negative. Il coniglio è lento ma riflessivo. Speriamo che torni tutti come era prima del 2020”.

Agie ci mostra fiero la macelleria accanto. Qui si rifornisce dal 2015, l’anno in cui ha inaugurato il suo negozio di street food. “Per rassicurare i clienti sulla qualità del prodotto ho affisso un cartello in cui segnalavo che la carne era quella della macelleria accanto. Poi è nata una grande amicizia. E così quando il proprietario ormai 80 enne ha deciso di cedere la sua attività, uno dei locali storici della città, ho deciso di rilevarla io”.

Tra le lanterne rosse e i dragoni, nonostante il cielo grigio, i grattacieli in lontananza ricordano costantemente questa integrazione.

Qui le botteghe storiche, le pasticcerie tipicamente milanesi e uno degli ultimi cappellai della città si mescolano con i negozi che vendono prodotti cinesi ma anche con le catene dei grandi fast food americani.

Agie Zhou
Agie Zhou - Ravioleria Sarpi

Stephane Hu 

Stephane Hu è nato in Francia 39 anni fa ma è arrivato in Italia da bambino.

Ha aperto una azienda di distribuzione alimentare e ha sposato una ragazza cinese. I loro figli sono nati e cresciuti nel centro di Milano.

“Ci siamo integrati ma non abbiamo dimenticato le nostre origini" - ci racconta - "e per noi il Capodanno è proprio questo, mostrare da dove arriviamo a chi ci ha accolto”.

Gli chiediamo che notizie ha dai suoi amici e parenti che vivono in Cina.

“A metà dicembre c’era grande preoccupazione, tanti ammalati, ospedali pieni, gli anziani che morivano. Ora la situazione sta migliorando. Sembra ieri quando abbiamo deciso di chiudere tutto qui. A fine gennaio del 2020 fummo noi a cancellare la parata. Le notizie che ci arrivavano dalla Cina erano preoccupanti. Ma oggi siamo tranquilli”.

Stephane Hu

Francesco Wu, imprenditore

Anche Francesco Wu, imprenditore con 3 ristoranti e 30 dipendenti, è sereno e felice per la parata che quest’anno, assicura, sarà ancora più grande,

“Le aspettative dopo tre anni in cui non festeggiammo sono elevate. Quello che sta accadendo ora in Cina è esattamente quello che è accaduto da noi in Lombardia nel 2020. Ma la situazione sta migliorando. É stata una scelta precisa. Anche se non ci aspettavamo una riapertura così immediata. Pensavamo a riaperture graduali da marzo e invece le scelte sono state diverse.”

Però questo sarà l’anno del coniglio dell’acqua. Un coniglio nero che porta prosperità e serenità. Ci vorrà pazienza, dicono, ma alla fine sarà tutto alle spalle.

Francesco Wu
Francesco Wu - Imprenditore

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