Milano, fu arrestata per terrorismo: giudici le vietano uso internet

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La ventenne era finita in manette nel novembre 2021 per terrorismo internazionale e condannata lo scorso luglio in rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi con la riqualificazione dell’accusa in istigazione a commettere reato. Non potrà “accedere alla rete internet” né “utilizzare i social network”

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Non potrà “accedere alla rete Internet” né “utilizzare i social network” Bleona Tafallari, 20 anni, nata in Kosovo e ribattezzata la "leonessa dei Balcani", arrestata a Milano nel novembre 2021 per terrorismo internazionale e condannata lo scorso luglio in abbreviato a 3 anni e 4 mesi con la riqualificazione dell'accusa in istigazione a commettere reato.

La decisione

Lo ha deciso la Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale milanese, presieduta da Fabio Roia, che ha disposto per la giovane la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per due anni, su richiesta della Questura di Milano, per la sua “pericolosità sociale”.

La vicenda

A fine novembre scorso Tafallari, difesa dagli avvocati Giuseppina Bartolotta e Giuseppe De Carlo, è uscita dal carcere e si trova ai domiciliari in una casa famiglia per donne in condizioni di disagio nel Lazio. Per il giudice di primo grado Livio Cristofano non c'è prova che la donna facesse parte dell'organizzazione i 'Leoni dei Balcani', ritenuta una costola dell'Isis, ma ha mostrato “con una certa determinazione e decisione di voler aggregare attorno a sé”, soprattutto con dialoghi via chat, “giovani coetanee, per raggiungere scopi ed obiettivi coincidenti con le affermazioni dell'Islam violento”. Nel disporre la misura di prevenzione i giudici (Roia-Tallarida-Profeta) mettono in evidenza la “capillare, pervicace e costante attività svolta” dalla 20enne “attraverso vari canali” social “frequentati da giovani”. Da qui la prescrizione del divieto dell'uso di internet, se non per esigenze familiari o sanitarie. La donna, si legge ancora, “non ha mostrato alcun segnale di apertura o resipiscenza”, anche perché interrogata ha negato “anche l'evidenza, come l'apertura di canali Telegram”.

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