Terrorismo, arrestata 19enne a Milano dalla polizia

Lombardia
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L'inchiesta è coordinata dalla Procura del capoluogo lombardo, che ha chiesto e ottenuto l'ordinanza di custodia cautelare dal Gip. L'accusa è associazione con finalità di terrorismo

Una ragazza di 19 anni, Bleona Tafallari, è stata arrestata a Milano dalla polizia con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo. La giovane, italiana di origini kosovare, è già stata trasferita in carcere. L'inchiesta, svolta dall'Antiterrorismo e dalla Digos di Milano con la collaborazione dell'Ectc di Europol, è stata coordinata dal Capo del pool Antiterrorismo della Procura Alberto Nobili e dal sostituto Leonardo Lesti. Al termine delle indagini la Procura ha chiesto e ottenuto l'ordinanza di custodia cautelare dal Gip. Il blitz è stato compiuto dalla polizia.

Le indagini

Secondo quanto ricostruito, la ragazza si è radicalizzata a 16 anni ed è una devota sostenitrice dell'Isis. Si è trasferita a Milano pochi mesi fa a casa del fratello. La giovane, accusata di terrorismo internazionale, partecipava all'organizzazione chiamata 'Leoni dei Balcani', che fa parte della più ampia associazione terroristica Stato Islamico. L'indagine è partita dopo una segnalazione dell'intelligence relativa al marito della ragazza, un 21enne kosovaro sposato a gennaio scorso che era imparentato con l'attentatore di Vienna Kujtim Fejzulai. L'attentato a Vienna è avvenuto il 4 novembre del 2020, poco prima che scattasse il lockdown: Fejzulai sparò in diversi punti della città causando la morte di quattro persone prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza.

Alcune immagini diffuse dalla Questura di Milano - ©Ansa

Trovate sul cellulare scene di decapitazioni

Secondo quanto si legge nell'ordinanza del Gip Carlo Ottone De Marchi, la giovane custodiva nel cellulare "migliaia" di immagini e video , "alcuni dei quali creati dall'agenzia di comunicazione dello Stato Islamico 'Al Hayat Media Center'' che raffiguravano "oggetti simbolo" dell'organizzazione terroristica come la "bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti (...), esecuzioni sommarie di infedeli" con "decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici" dei mujaheddin "nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta". Inoltre, "particolarmente allarmante" appare il ritrovamento nei file salvati sul cellulare della giovane di alcuni Pdf contenenti testi in lingua inglese noti non solo per essere strumento di propaganda dello Stato islamico, ma aventi la finalità di auto-addestramento al compimento di azioni violente nei paesi occidentali anche attraverso la realizzazione di ordigni artigianali. Tra questi anche "How to survive in the west", "Hijrah to the Islamic State", "Black Flags from the Islamic State". Trovato anche un testo in lingua italiana, "44 modi per sostenere il jihad", scritto dall'Imam Anwar Al-Awlaki.

Le conversazioni

La giovane aveva l"'ambizione (...) di recarsi nelle zone di conflitto". A rivelarne l'intento, come riporta il gip Carlo Ottone De Marchi nell'ordinanza di custodia cautelate, è la conversazione in chat della scorsa estate con "Fatina" una ragazza pure lei kosovara e appena sedicenne, che sogna un matrimonio "bagnato con il sangue dei miscredenti" e un marito con "capelli lunghi e barba" insieme al quale morire da martire. In un'altra conversazione via chat con il marito e che risale al maggio scorso, Bleona Tafallari aveva espresso l'"intenzione di creare un sito" con fini "apparentemente divulgativi ma che in realtà dovrebbe prefiggersi lo scopo di 'far capire cosa succede nel mondo ai musulmani… far capire la verità'". Iniziativa che l'uomo aveva giudicato "estremamente pericolosa", invitandola poi "anche in ragione del vincolo di obbedienza che le deve in quanto donna, ad abbandonare senza riserve" il suo progetto.

"Funzione di proselitismo alla causa dell'Islam radicale"

Secondo quanto emerso la 19enne svolgeva una "funzione di proselitismo alla causa dell'Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare anche minorenni", si legge nell'ordinanza. In particolare, lo scorso 24 febbraio, in una chat Telegram, "prometteva a una interlocutrice 16enne (...) con cui reciprocamente si appellava come 'Leonessa' che le avrebbe trovato come sposo un 'Leone'", un militante dei Leoni dei Balcani, "con il quale morire da martire dopo un matrimonio 'bagnato dal sangue dei miscredenti'".

Nel telefono anche la foto dell'attentatore dell'aeroporto di Kabul

Nel telefono è stata trovata anche la foto del giovane attentatore, appartenente all Isis-Khorasan, che lo scorso 26 agosto si è fatto esplodere all'aeroporto di Kabul causando centinaia di morti tra i civili che cercavano di scappare dall'Afghanistan ormai in mano ai talebani. Tra le foto, oltre a quella in cui la giovane è ritratta col niqab e con un guanto nero con il simbolo dell'Isis, anche quelle del massacro nella redazione di Charlie Hebdo.

Nobili: "Telefonate agghiaccianti"

È merito anche della collaborazione con gli stati balcanici l'arresto della 19enne italo-kosovara legata all'Isis a Milano. Lo ha sottolineato il direttore centrale di Polizia di prevenzione, Diego Parente, durante una conferenza stampa alla presenza, tra gli altri, del sostituto Leonardo Lesti, del questore Giuseppe Petronzi, del capo della DIGOS, Guido d'Onofrio e del capo dell'antiterrorismo della Procura Alberto Nobili che ha parlato di "telefonate agghiaccianti" da parte della giovane che faceva capire di essere disposta al martirio. "Incrociando le dita - ha spiegato Nobili -, nel nostro Paese siamo riusciti a prevenire danni grazie alla collaborazione dell'intelligence, delle forze di polizia e della magistratura. Si rimane sbigottiti - ha aggiunto - quando ci si imbatte in persone così giovani".

Scoperto network femminile

Nell'ambito delle indagini sono state individuate oltre 2000 chat che confermano il ruolo della 19enne nell'ambito di un "network femminile", di sostegno materiale ed ideologico allo "Stato Islamico", con rapporti diretti, sempre via chat, con mogli di detenuti per fatti di terrorismo o con mogli di combattenti. Lo hanno spiegato gli investigatori della Digos in conferenza stampa, aggiungendo che la ragazza era stata perquisita lo scorso settembre. La perquisizione aveva portato a "elementi determinanti" circa l'appartenenza della giovane nei circuiti radicali di matrice jihadista. Nel suo telefono, sono stati trovati manuali per l'addestramento, contenuti audio e video-fotografici di chiaro stampo apologetico dell'Isis, con anche recentissimi riferimenti al teatro afghano. In particolare la foto diffusa dai canali mediatici del Califfato del responsabile del grave attentato all'aeroporto di Kabul il 26 agosto 2021 e rivendicato dall'Isis Khorasan. L'appartenenza della donna all'Isis e alla sua cellula balcanica è provata da una registrazione audio in cui si esibisce in un anasheed, canto a cappella islamico, che testimonia la "condizione di assoluta sottomissione", spiegano gli investigatori, al Califfato islamico e all'esaltazione del suo leader defunto Abu Bakr Al Baghdad, in onore del quale la ragazza manifesta la disponibilità al martirio.

La 19enne temeva di contaminarsi

Secondo quanto emerso la 19enne dall'agosto scorso, si era sostanzialmente 'autoreclusa' in casa sua, uscendo, nei mesi, solo due volte, una per li vaccino anti Covid e un'altra per una passeggiata. Un atteggiamento - è stato spiegato in conferenza stampa - per isolarsi definitivamente dalla realtà occidentale in cui viveva. In sostanza "per non farsi contaminare dagli occidentali", per gli investigatori.

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