L'ipotesi di reato era stata contestata nell'ambito di un'inchiesta dei pm di Bergamo, stralcio di un'indagine relativa al fallimento nel 2017 della società Maxwork, all'ex senatore di Forza Italia e di Italia al Centro
La Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per un'accusa di corruzione che era stata contestata, in un'inchiesta dei pm di Bergamo, stralcio di un'indagine relativa al fallimento nel 2017 della società Maxwork, all'ex senatore di Forza Italia e di Italia al Centro, Paolo Romani. L'inchiesta, che ipotizzava a partire da un'intercettazione una presunta mazzetta da 12mila euro, era stata trasmessa per competenza territoriale a Milano dove è stata chiesta l'archiviazione. "Era l'unica cosa che potevamo aspettarci da una vicenda di questo tipo", ha detto il legale Daniele Benedini, difensore con l'avvocato Giammarco Brenelli.
L'inchiesta e le accuse
L'indagine dei pm di Bergamo era nata per via di un'intercettazione del gennaio 2015 spuntata in un'inchiesta sul crac, avvenuto nel 2017, dell'agenzia interinale, un caso passato alla ribalta delle cronache per il coinvolgimento dell'ex marito di Valeria Marini, Giovanni Cottone. La richiesta di archiviazione, formulata dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi e che dovrà essere valutata da un gip, riguarda Romani e altri indagati per l'ipotesi di corruzione, tra cui un'ex dirigente amministrativa della Maxwork e l'imprenditore e fondatore dell'agenzia interinale. A fine marzo scorso erano state effettuate perquisizioni ma non nei confronti dell'ex parlamentare ma a carico, tra gli altri, di Stefano Maullu, coordinatore milanese di Fdi, e del fratello Antonio Sandro, accusati di false comunicazioni a pubblico ministero. Tranche di indagine quest'ultima rimasta a Bergamo. Mentre il fascicolo con l'ipotesi di corruzione era passato ai pm del capoluogo lombardo. Stando all'imputazione, a Romani veniva contestato di aver ricevuto "la somma di euro 12.000 in contanti, suddivisa in due tranche da euro 10.000 e euro 2.000" come "corrispettivo di un atto contrario ai doveri del suo ufficio". Somma che, come contestato sulla base di un'intercettazione, sarebbe stata "materialmente consegnata in un plico chiuso ritirato presso gli uffici della Maxwork spa da Maullu Antonio Sandro su incarico di Maullu Stefano". Questi ultimi sono finiti indagati per aver "escluso di essersi mai recati presso gli uffici della Maxwork". Per Romani, intanto, è in corso a Monza un'inchiesta per peculato per aver prelevato, secondo l'accusa, circa 344 mila euro (sequestrati lo scorso ottobre) dalle casse di Forza Italia all'epoca in cui era capogruppo al Senato.