Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano nel motivare il rigetto di un'altra richiesta di liberazione condizionale, o in subordine di semilibertà, avanzata dall'ex protagonista della mala milanese degli anni '70 e '80
Da "un diverbio" avuto con un agente della penitenziaria durante "il controllo delle urine", lo scorso agosto, di ritorno a Bollate da un permesso premio, e per il quale è stato "sanzionato con il richiamo", emerge "tutt'ora il carattere intemperante" di Renato Vallanzasca, 72 anni. Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano nel motivare il rigetto di un'altra richiesta di liberazione condizionale, o in subordine di semilibertà, avanzata dall'ex protagonista della mala milanese degli anni '70 e '80, che sta in carcere da "circa cinquant'anni" con "fine pena mai". "Non si è ravveduto e non ha risarcito le vittime".
La decisione
Una precedente istanza era stata sempre bocciata dai giudici milanesi con conferma della Cassazione nel marzo 2021. Decisione che i giudici (D'Elia-Odorisio e due esperti) riportano anche in questo provvedimento, richiamando sempre quel tentativo di rapina del 2014 (di mutande e altri pochi oggetti) in un supermercato a Milano, quando era in semilibertà. E specificando che l'ex bandito della Comasina non ha ancora mostrato "comportamenti positivi" di ravvedimento, "da cui poter desumere l'abbandono delle scelte criminali". Presupposto che è mancato anche in questi ultimi due anni, secondo i giudici, assieme a quello necessario del "risarcimento del danno" alle vittime dei reati che ha commesso. E, spiega ancora il Tribunale, sebbene Vallanzasca, come risulta dalle relazioni, sia "un uomo provato", va detto che "le condizioni di salute del detenuto non possono avere rilievo" per concedere ciò che chiede. Tra l'altro, nei giorni scorsi il pm delle esecuzioni Adriana Blasco ha chiesto di applicare a Vallanzasca altri sei mesi di isolamento diurno sulla base del calcolo del cumulo pene.
approfondimento
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“Si sta ritirando in sé stesso”
Oltre a richiamare il provvedimento del 2020 in cui si affrontava il tema della "pericolosità" di Renato Vallanzasca, i giudiciriportano le relazioni dell'equipe del carcere nelle quali si dice che l'ex boss della Comasina negli ultimi due anni ha tenuto una "condotta abbastanza corretta". Riportano l'episodio di agosto quando "non voleva sottostare a un controllo" delle urine, ma scrivono anche che l'ex bandito della Comasina si sta "ritirando in sé stesso". Sempre dalle relazioni, che danno conto dei permessi premio che negli anni ha ottenuto presso una comunità di accoglienza, risulta che Vallanzasca "in particolare dal 2021" è un "uomo provato", sia nel fisico che nella mente, "segnato ovviamente da circa 50 anni di carcere". Tutti nella comunità "hanno finito per affezionarsi" a lui "a volte un po' spaesato".
Il Tribunale, inoltre, per quando riguarda la concessione della semilibertà sostiene che la difesa si è limitata a chiedere il beneficio indicando solo la comunità, ma senza dire nulla sulla "attività lavorativa" che dovrebbe svolgere per il suo "reinserimento sociale". La stessa comunità aveva segnalato che Vallanzasca avrebbe potuto partecipare "ai gruppi di orientamento riparativo" con autori e vittime di reati. Una indicazione "assolutamente generica", scrivono i giudici. Anche la comunità ha spiegato che non potrebbe, però, svolgere attività "utile al reinserimento".