Nell’istanza di “liquidazione giudiziale” la procura riporta che la società che aveva come primo azionista la senatrice FdI e ministra del Turismo “versa in evidente e manifesto stato di insolvenza”. "E' falso che io sia indagata" ha dichiarato la Santanchè
Visibilia Editore, società che aveva come primo azionista (ha dismesso le quote) la senatrice Fdi e ministro del Turismo Daniela Santanchè, e da lei fondata, "versa in evidente e manifesto stato di insolvenza". Lo scrive la procura di Milano nell'istanza di "liquidazione giudiziale", ossia di fallimento. Richiesta avanzata a partire da un esposto dei soci di minoranza e dopo le analisi del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dal pm Roberto Fontana.
Santachè: "Non sono indagata"
Santanchè ha subito smentito di essere anche lei nel fascicolo di indagini per ipotesi di bancarotta ."E' falso che io sia indagata. Querelerò tutti coloro che vicino a Visibilia scrivono Santanchè, visto che io ho venduto tutte le quote. E peraltro nel caso di specie non solo non è indagata la Santanchè ma non c'è nessun indagato, perché il fascicolo è aperto a 'modello 45', quindi senza indagati". Ha parlato così all'Adnkronos il ministro del Turismo Daniela Santanchè smentendo le indiscrezioni che la vorrebbero indagata per Visibilia, la società da lei fondata ma di cui ha già da tempo venduto tutte le quote.
Avvocato Santanchè: non indagata in alcun processo penale
In una nota l'avvocato della ministra, Salvatore Sanzo, ha precisato. "In merito a notizie di stampa relative alla società Visibilia Editore spa, società nella quale la sen. Santanché ha rivestito in passato cariche societarie si precisa che: - la sen. Santanché non risulta indagata in alcun processo penale e da anni non ricopre alcuna carica in Visibilia Editore spa; - non risponde al vero che "sia aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta fraudolenta", stante l'assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, soltanto ipotizzata in astratto". Visibilia Editore spa, spiega ancora l'avvocato di Santanchè, "sta assumendo in ogni sede opportuna le iniziative affinché l'Autorità giudiziaria possa riconoscere l'assenza di tale presupposto ed in particolare, come evidenzia un comunicato della società, gli azionisti di riferimento della stessa - Reale Ruffino e SIF Italia spa - hanno manifestato la disponibilità ad intervenire, ove necessario, per adempiere ad ogni obbligazione nei confronti dell'Agenzia delle Entrate; - ogni diversa rappresentazione dei fatti non corrisponde alla effettiva realtà degli stessi ed è lesiva della reputazione della sen. Santanchè".