Caso pm Milano, il gip di Brescia archivia la posizione del procuratore Laura Pedio

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Il gip ha accolto la richiesta avanzata dalla procura nei confronti del procuratore aggiunto, co-assegnataria dell’inchiesta sulla presunta loggia Ungheria al centro dei verbali resi da Piero Amara. Gli avvocati: “Confermato operato della nostra assistita”

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Il gip di Brescia Francesca Grassani ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti del procuratore aggiunto di Milano Laura Pedio, co-assegnataria dell'inchiesta sulla presunta loggia Ungheria al centro dei verbali resi da Piero Amara.

Avvocati: “Confermato operato della nostra assistita”

Lo hanno reso noto gli avvocati Luca Lauri e Alessandro Viglione, aggiungendo che è stato "confermato l'operato" della loro assistita. "Come sempre dichiarato e documentato dalla dottoressa Pedio - spiegano i due legali - è stata esclusa qualsivoglia omissione da parte del magistrato ed è stata ritenuta del tutto insussistente qualsiasi ipotesi di reato".

La vicenda

Il procuratore aggiunto Pedio un anno fa era stata indagata dal pm di Brescia Donato Greco e dal procuratore Francesco Prete per omissione d'atti d'ufficio, in seguito alle denunce del pm Paolo Storari, il collega co-assegnatario del fascicolo sul cosiddetto 'falso complotto' Eni (da poco trasmesso sempre a Brescia). Le accuse mosse all'aggiunto, e ora cadute, riguardavano da un lato una presunta inerzia - contestata anche all'allora Procuratore Francesco Greco (pure lui archiviato) - nelle iscrizioni per procedere con le indagini sulle dichiarazioni di Piero Amara (rese dal dicembre 2019 e il gennaio 2020), dall'altro la gestione dell'ex manager della compagnia petrolifera italiana Vincenzo Armanna. In particolare erano state ipotizzate un mancato aggiornamento della sua iscrizione per calunnia e una "omessa valutazione" di una richiesta di misura cautelare proposta in 'bozza' dal pm Storari nei confronti di colui che è stato indicato come 'grande accusatore' nel processo milanese Eni Nigeria.

Il processo Eni Nigeria

Un caso di corruzione internazionale, quest'ultimo, istruito dall'aggiunto Fabio De Pasquale e dal pm, ora alla Procura europea, Sergio Spadaro, che si è chiuso con le assoluzioni di tutti gli imputati in primo grado, mentre in secondo grado la Procura Generale di Milano ha rinunciato ai motivi di appello in modo da rendere definitiva la sentenza del Tribunale. Per entrambi l'udienza preliminare si aprirà il 21 settembre. Il giudice Grassani, riguardo al capitolo Amara e alla presunta loggia Ungheria, oltre a sostenere che le dichiarazioni e gli elementi acquisiti non erano tali da configurare una situazione di "urgenza", basandosi su una e-mail inviata da Storari il 24 aprile 2020 ha ritenuto che la "sollecitazione per una rapida iscrizione (...) è stata raccolta" da Pedio. Iscrizione avvenuta il successivo 12 maggio, ossia "poco più di quindici giorni dopo". Riguardo ad Armanna, il gip bresciano arriva ad analoghe conclusioni in quanto le dichiarazioni da cui sarebbe emersa la calunnia risalgono al 2019, mentre la "minuta" della richiesta di arresto proposto da Storari è del marzo 2021.

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