Traffico rifiuti, interdetto comandante polizia locale di Livigno

Lombardia
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Sono stati perquisiti anche il sindaco del paese, il suo predecessore e un assessore. Il procedimento ipotizza i reati di traffico illecito di rifiuti e falso ideologico commesso da Pubblico ufficiale in atti pubblici

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Il comandante della polizia locale di Livigno è stato interdetto per nove mesi dai pubblici uffici nell'ambito di un'inchiesta del pm di Sondrio e della Dda di Milano su un traccio di rifiuti smaltiti illegalmente. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della squadra mobile di Sondrio in collaborazione con la Gguardia di finanza.

Le perquisizioni

Sono stati perquisiti anche il sindaco del paese, il suo predecessore e un assessore. Il procedimento ipotizza i reati di traffico illecito di rifiuti e falso ideologico commesso da Pubblico ufficiale in atti pubblici. Si tratta - spiega la finanza - di indagini riguardanti un presunto "sistema finalizzato alla illecita gestione e smaltimento di rifiuti derivanti dallo svolgimento dell'attività" di alcuni imprenditori. Ciò "con il concorso delle Autorità locali istituzionalmente preposte alla regolazione e al controllo delle attività di interesse pubblico". L'attività era finalizzata a ottenere "illeciti risparmi" sui costi derivanti dallo smaltimento dei rifiuti. 

Il gip: “Sindaco tollerò un sistema pericoloso”

Il sindaco Remo Galli e l'assessore con delega ai rifiuti Christian Pedrana sarebbero stati "a conoscenza del fatto che il corpo di Polizia locale offrisse ai commercianti" della città "un improprio 'servizio' di smaltimento dei rifiuti commerciali" anche "pericoloso per l'ambiente", scrive il gip di Milano Fabrizio Filice nell'ordinanza. Galli, primo cittadino dallo scorso ottobre e prima anche vicesindaco, Pedrana e l'ex sindaco Damiano Bormolini, così come Franzini, sono tutti indagati per il caso della presunta gestione abusiva dello smaltimento di oltre "18 tonnellate di rifiuti" dal gennaio 2007 in avanti. Anche per i tre amministratori ed ex amministratori pubblici la Procura aveva chiesto, cosi come per il capo della Polizia locale, la custodia in carcere, ma il giudice per loro tre non ha applicato alcuna misura. Galli e Pedrana, in particolare, secondo il gip, hanno "omesso di intervenire per verificare cosa stesse effettivamente accadendo e per arrestare la prassi illecita", ma nei loro confronti non sono emerse "condotte di gestione diretta del sistema illecito, né interessi privati o condotte di corruzione, legate allo stesso sistema". Nell'inchiesta ci sono più di una trentina di indagati.

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