Svuotavano le società e non pagavano tributi: 11 misure cautelari nel Milanese

Lombardia

I provvedimenti sono giunti al termine di indagini dei finanzieri condotte nei confronti di due distinti gruppi criminali accusati di reati societari, fallimentari, tributari, contro il patrimonio e contro l'economia

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dai gip di Milano e Pavia, e a numerosi decreti di perquisizione nei confronti di due distinti gruppi criminali per reati fallimentari e fiscali. Le ordinanze sono giunte al termine di indagini dei finanzieri delle Compagnie di Corsico e Magenta per reati societari, fallimentari, tributari, contro il patrimonio e contro l'economia, hanno colpito undici persone tre delle quali sono state destinatarie di entrambi i provvedimenti. I militari di Magenta hanno eseguito cinque misure di custodia cautelare (tre in carcere e due ai domiciliari). L'operazione ha visto impiegati oltre 100 militari del comando provinciale di Milano.

L'operazione a Trezzano

In particolare, i finanzieri della Compagnia di Corsico, delegati dalla Procura di Milano, hanno individuato un'organizzazione criminale, con base a Trezzano sul Naviglio, dedita alla commissione di reati di natura societaria, fallimentare e tributaria, che utilizzavano 25 società intestate a prestanome. Gli indagati avrebbero distratto beni e ingenti somme di denaro dai patrimoni aziendali sottraendosi sistematicamente al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali, falsificando i bilanci e facendo anche ricorso all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L'attività di polizia giudiziaria, posta in essere anche con l'ausilio dei Reparti del Corpo di Varese, Napoli, Salerno e Lecce, ha portato all'esecuzione di nove misure cautelari di cui tre in carcere e tre ai domiciliari, due di divieti di dimora e un di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ed al sequestro preventivo di somme per oltre 33 milioni di euro, nonché al sequestro di 127 automezzi.

L'inchiesta a Magenta

Le Fiamme Gialle di Magenta hanno invece sviluppato un'indagine delegata dalla Procura di Pavia, nei confronti di 10 società operanti nell'hinterland milanese nel settore dell'autotrasporto e del commercio di carburante, formalmente intestate a prestanome ma, che sarebbero, in realtà, riconducibili ad alcuni membri di una famiglia di Trezzano sul Naviglio. Gli indagati, anche in questo caso, avrebbero distratto regolarmente beni societari e somme di denaro, evadendo le imposte attraverso l'interposizione di nuove società appositamente create e predestinate al fallimento. Vi era una continuazione tra le società ormai "svuotate" e quelle neo istituite, con passaggi di disponibilità finanziarie, di personale dipendente e delle commesse. I profitti sarebbero stati quindi dirottati verso le nuove società, nonché immagazzinati nelle casseforti del "gruppo", costituite da società immobiliari.

Operai al lavoro nonostante cassa integrazione

Nel corso delle indagini gli investigatori della Guardia di Finanza hanno scoperto che, durante la pandemia, i dipendenti delle ditte di autotrasporto e delle pompe di benzina i cui titolari sono indagati, avevano continuato a lavorare nonostante percepissero il sostegno della cassa integrazione da parte dell'Inps, per complessivi 223mila euro. Anche questa somma è stata oggetto di sequestro preventivo per equivalente da parte dei militari di Magenta. I reparti delle Fiamme Gialle milanesi hanno riscontrato delle convergenze sulle persone indagate dalla due procure e quindi i due distinti provvedimenti sono stati eseguiti simultaneamente.

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