Ndrangheta a Milano, sequestrate 4 imprese: una era nel cantiere del villaggio olimpico

Lombardia
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Il sequestro preventivo ammonta a oltre 5,5 milioni di euro. Ai domiciliari un 53enne, in passato condannato per traffico di droga e associazione mafiosa: farebbe parte di una cosca radicata a Volpiano e sarebbe stato “factotum” di un presunto boss del narcotraffico

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La Dia ha eseguito un provvedimento cautelare agli arresti domiciliari, emesso dal gip di Milano su richiesta della Dda, nei confronti di P.P.P., 53enne di origini calabresi e residente in provincia di Milano, accusato di trasferimento fraudolento di beni e valori e appropriazione indebita. Secondo quanto riferito in una nota dalla Dia, è in corso il "sequestro preventivo di 4 complessi aziendali, immobili e conti correnti per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro".

Una delle imprese era nel cantiere del villaggio olimpico

Nel provvedimento di oltre 140 pagine firmato dal gip Anna Calabi su richiesta del pm Silvia Bonardi, scaturito dalle indagini coordinate dalla Dda guidata dall’aggiunto Alessandra Dolci, si "segnala" la "presenza" di una delle quattro imprese riconducibili all’uomo (sono state sequestrate le quote societarie), "quale sito di conferimento delle macerie derivanti dai lavori oggi in corso di esecuzione all'interno del cantiere per la realizzazione (anche) del villaggio olimpico" nella zona dello scalo ferroviario Porta Romana e che "riguardano la demolizione e la bonifica di preesistenti strutture delle Ferrovie dello Stato".

La posizione dell’indagato

L'indagato, secondo quanto riferito, è stato in passato condannato per traffico di stupefacenti e associazione mafiosa ed è riuscito a operare anche quale subappaltatore e subfornitore aggirando la normativa antimafia di settore. Nell’inchiesta formalmente risultava solo un autista di una delle imprese che avrebbe intestato a presunti 'prestanome', tra cui la figlia. Farebbe parte di una cosca della 'ndrangheta radicata a Volpiano, nel Torinese, e sarebbe stato pure "factotum" di un presunto boss del narcotraffico. Avrebbe operato nel settore edile-movimento terra, soprattutto per la raccolta di materiale demolito o di scarto. Sempre stando all'ordinanza, l’uomo sarebbe riuscito anche ad accaparrarsi un subappalto relativo a demolizioni nell'area dell'Ortomercato milanese e ad 'entrare', poi, nei cantieri della Tangenziale di Novara. Il 53enne intestando a prestanome le imprese, tutte "regolarmente iscritte nelle 'White list'" e dunque di fatto "assolutamente legittimate ad operare nella filiera dei pubblici appalti", si sarebbe infiltrato, da febbraio scorso, anche nei lavori di un cantiere di bonifica in via Guido Rossa a Buccinasco, nel Milanese.

Le "diverse conversazioni" sui lavori nell'area del villaggio olimpico

"Io qua ci ho 150.000 tonnellate se li devi mettere mettili e ti faccio lavorare". "Andiamo all'anno nuovo però". Questo il botta e risposta, intercettato dagli investigatori della Dia, tra il geometra che si occupava dei lavori di "demolizione e bonifica" nell'area dello scalo ferroviario di Porta Romana a Milano, dove sorgerà il Villaggio olimpico, e il presunto affiliato alla 'ndrangheta. Stando all'ordinanza, l'uomo avrebbe avuto col geometra "diverse conversazioni" a partire dal novembre scorso sul "conferimento di macerie provenienti" da quell'area dello scalo ferroviario da riqualificare. I "conferimenti" a una delle imprese di P.P.P., sempre stando agli atti, "sarebbero però cessati pochi giorni dopo, causa il raggiungimento da parte di una delle società dei quantitativi massimi previsti dalle autorizzazioni" e "il tutto con riserva di riprenderli in quest'anno 2022 - spiega il giudice - salvo il raggiungimento di un accordo sul prezzo". 

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