Milano, tangenti su protesi e apparecchi dentali: 5 arresti

Lombardia

Nell'indagine per corruzione sono coinvolti due medici odontoiatri delle Asst di Milano e Lodi e tre dipendenti di una società specializzata. Secondo l'accusa i sanitari avrebbero percepito una percentuale sulle forniture per un ammontare annuo compreso tra i 5mila e gli 8mila euro

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Presunte tangenti su contratti per la fornitura di protesi dentali e apparecchi per bambini, questa l'accusa con cui due medici odontoiatri delle Asst di Milano e Lodi e tre dipendenti di una società specializzata nel settore sono stati arrestati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza. Nel provvedimento firmato dal gip Carlo Ottone De Marchi, su richiesta del pm milanese Paolo Storari, si contesta la corruzione. Per l'accusa i medici avrebbero percepito a partire dagli anni '90 una percentuale sulle forniture per un ammontare annuo tra 5mila e 8 mila euro in contanti. L'inchiesta ha anche documentato con immagini lo scambio del denaro.

Gli arresti

Agli arresti domiciliari sono finiti Giorgio Coccolo, odontoiatra negli ambulatori della Asst Milano Nord, e Gianfranco Colella, dentista presso l'ospedale Delmati di Sant'Angelo Lodigiano. E poi Roberta Miccichè, legale rappresentante della azienda del settore Wisil Latoor srl, e due suoi fidati collaboratori. Le accuse sono associazione per delinquere, corruzione e falso. La Gdf oltre ad eseguire gli arresti ha effettuato perquisizioni nelle provincie di Milano, Monza Brianza, e Varese.

Le indagini sulle tangenti

"Approssimativamente il dottor Colella - ha messo a verbale una testimone - per ogni semestre, almeno dal 2018, ha ricevuto una busta contenente una cifra che varia tra i 4mila e gli 8mila euro". Come si legge ancora negli atti (perquisizioni sono state disposte a carico di 12 persone), questo "sistema di corruttela, che si protrarrebbe già dagli anni '90 sotto l'iniziale guida dell'allora rappresentante legale della Wisil, il defunto Fulvio Tonesi, e che sarebbe stato portato avanti da Micciché (attuale legale rappresentante dell'azienda, ndr) quantomeno dal 2013 al 2020 con la costante collaborazione di Balducci e Cosentino", due collaboratori di Micciché, "risulta tutt'ora in corso". Oltre ai due medici arrestati, come si legge negli atti, sono indagati anche i medici Francesco De Micco, Pietro Paolo Poidomani e Umberto Loré. Anche loro "si presterebbero alla messa in atto di un sistema illecito concordato con la Wisil a danno degli utenti in cura presso gli ambulatori" per i quali venivano 'gonfiati' i costi delle prestazioni.

Dossieraggio sul pm

Dalle indagini è emersa anche una presunta attività di dossieraggio nei confronti del pm titolare dell'inchiesta e di alcuni investigatori della Gdf dall'indagine. Dalle intercettazioni riportate nell'ordinanza risulta, infatti, che Miccichè e Cosentino, suo collaboratore, lo scorso marzo stavano "predisponendo una missiva da recapitare in una busta bianca a persona non meglio identificata, al cui interno hanno inserito i nominativi del pubblico ministero" Paolo Storari e di alcuni "militari" che avevano eseguito delle perquisizioni, anche a carico della stessa Micciché. Allo stato, scrive il gip Carlo Ottone De Marchi, "le finalità di tali azioni risultano ignote", ma il giudice segnala che Micciché "nel tempo" si è più volte "affidata a servizi di investigazioni privata" tanto per "questioni di natura personale" quanto per "questioni lavorative" chiedendo dei "dossier" ad una società privata di investigazioni. "Io taglio qua e metto tutto in una busta e gliela mando", diceva Cosentino intercettato. E poco prima Micciché gli faceva presente: "Se vuoi ti do anche il nome del pm Paolo Storari".

"Spaventiamo i testimoni"

Nell'inchiesta sono presenti anche intercettazioni di Miccichè la quale avrebbe voluto "intimidire i testimoni", anche "spaventando i figli e le loro madri", che avevano svelato davanti agli inquirenti il presunto "sistema" di corruzione. L'8 aprile scorso, intercettata e riferendosi ad ex dipendenti dell'azienda, i cui verbali sono contenuti nell'ordinanza, Micciché parlando con un'altra persona discuteva della "ipotesi di avvicinarsi con fare intimidatorio a una delle persone sentite" nelle indagini e "da loro identificate nonostante gli omissis presenti" in un decreto di perquisizione. "Perché non facciamo una bella delegazione e andiamo sotto casa?", diceva la responsabile dell'azienda. E ancora: "Poi i bambini usciranno dall'asilo, da scuola (...) i cuccioli almeno si possono spaventare però (...) Ai cuccioli non ci si fa del male però, però, si può spaventare la mamma".

Avviata indagine interna

È stata "immediatamente istituita una Commissione di indagine interna per ogni opportuno approfondimento", ha fatto sapere in una nota la direzione generale Welfare di Regione Lombardia, che esprime "piena fiducia negli inquirenti ed assicura massima collaborazione per un rapido e completo accertamento dei fatti e delle responsabilità".

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