Un medico, la moglie infermiera e la figlia, segretaria del padre, sono stati condannati a pene che vanno dai 2 ai 9 anni di reclusione perché avrebbero abusato delle condizioni psichiche di un disabile affetto da deficit intellettivo e di altre due donne facendosi consegnare del denaro
Un medico, la moglie infermiera e la figlia, segretaria del padre, sono stati condannati dal Tribunale di Milano a pene che vanno dai 2 ai 9 anni di reclusione perché "dal 2011" in avanti avrebbero abusato delle condizioni psichiche di un disabile affetto da deficit intellettivo, che oggi ha 52 anni, per incassare da lui denaro, facendosi consegnare, ad esempio, la sua pensione di circa 300 euro al mese. E con lo stesso schema, secondo l'indagine, tra il 2011 e il 2016, si sarebbero approfittati di un'anziana (morta qualche anno fa) e di una donna con deficit cognitivo, anche lei deceduta.
La decisione dei giudici
La sentenza della decima sezione penale (presidente del collegio Antonella Bertoja), anticipata sul sito del Corriere della Sera, è arrivata dopo un'inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm Bianca Maria Baj Macario, che era partita 5 anni fa su denuncia degli inquilini del palazzo dove viveva il disabile, assistito nel processo come parte civile dagli avvocati Marco Accolla e Lara Rigamonti. La moglie del medico, Maria Luisa Palma, che era "amministratore di sostegno" del disabile, è stata condannata alla pena più alta, 9 anni, per peculato, indebito utilizzo di carte di credito, circonvenzione d'incapace e maltrattamenti. Avrebbe usato i soldi che doveva amministrare anche per le ricariche del suo telefono e di quelli dei familiari, oltre che per molte altre operazioni. Denaro del disabile che sarebbe stato utilizzato da tutta la famiglia, come si legge nelle imputazioni, anche per pagamenti "presso vari esercizi commerciali". Poi, l'accusa di maltrattamenti perché l'uomo sarebbe stato anche "costretto a lavorare senza alcuna retribuzione" in un agriturismo, un'attività che la famiglia stava cercando di far partire. E poi lasciato in una "struttura di ricovero per senzatetto". Il medico Piero Mita è stato condannato a 3 anni e 10 mesi e la figlia a 2 anni (pena sospesa). Una quarta imputata è stata assolta. Il disabile, come parte civile, ha ottenuto una provvisionale di risarcimento da 170mila euro, mentre delle altre due presunte vittime nessuna si è costituito nel procedimento.