Per i legali delle parti civili la donna, di professione medico, avrebbe aiutato l'imputato ad avere le ricette false per procurarsi le benzodiazepine con cui stordiva le giovani prima di violentarle
Si è tenuta oggi davanti al gup di Milano Anna Magelli l'udienza del processo in abbreviato che vede l'ex imprenditore del settore farmaceutico Antonio Di Fazio, arrestato nel maggio 2021, imputato per violenza sessuale. I legali delle parti civili, ossia di cinque delle sei vittime, hanno chiesto al giudice la trasmissione degli atti alla Procura per contestare anche l'accusa di favoreggiamento nei confronti della sorella di Di Fazio, di professione medico, che l'avrebbe aiutato ad avere le ricette false per procurarsi le benzodiazepine con cui stordiva le giovani.
La vicenda
L'imprenditore era finito in carcere per il caso di una studentessa di 21 anni, attirata nell'appartamento dell'uomo con la scusa di uno stage, poi narcotizzata e violentata. A fine novembre una nuova misura cautelare per altri episodi di violenza sessuale, con lo stesso schema, ai danni di altre cinque donne, tra cui pure l'ex moglie.
Il pm Alessia Menegazzo nella scorsa udienza ha chiesto una condanna a 9 anni di carcere per Di Fazio, passato a febbraio dal carcere in una comunità psichiatrica in regime di detenzione con il braccialetto elettronico. Le presunte violenze commesse da Di Fazio nei confronti della ex moglie sono andate in prescrizione eccetto un episodio, mentre i fatti di stalking e maltrattamenti sono stati unificati dalla Procura in una sola imputazione di maltrattamenti, e l'accusa di tentato omicidio è stata riqualificata in lesioni. Per le violenze nei confronti delle ex fidanzate, invece, essendo fatti datati e senza la prova della somministrazione massiccia di benzodiazepine, il pm ha chiesto la concessione delle attenuanti equivalenti alle aggravanti in quanto il manager ha ammesso di averle narcotizzate. A ciò, per il pm, si aggiungono la rinuncia all'incidente probatorio da parte dell'imputato e il suo consenso ad acquisire i verbali delle vittime e ancora i gravi disturbi della personalità di cui soffre, che sono stati accertati da specialisti.
Il legale della ex moglie: "Non ha mai chiesto scusa"
Antonio Di Fazio "non ha mai chiesto perdono, né ha preso consapevolezza delle sue condotte, che ha sempre negato tranne ai danni" della studentessa 21enne per cui è finito in carcere, "e del dolore provocato alle vittime e nella sua lettera farfuglia generiche scuse, che non si sa a chi siano rivolte, senza ammettere nulla e senza rivolgersi mai alle vittime". Lo ha spiegato l'avvocato che assiste l'ex moglie dell'imprenditore aggiungendo che "il figlio non è mai stato affidato a Di Fazio, bensì congiuntamente ai genitori, e adesso la madre chiede l'affidamento esclusivo a sé".
La donna, oltre a presentare una istanza di risarcimento, ha proposto la revoca della patria potestà a Di Fazio. Questo sulla scia della causa civile avviata dalla donna per ottenere che il figlio ritorni a vivere con lei e con la sua nuova famiglia dopo che, al termine della causa di divorzio, era stato affidato al manager, anche accusato di bancarotta in un altro filone delle indagini che scava pure su presunti rapporti con esponenti della 'ndrangheta.