Milano, aggressioni in piazza Duomo a Capodanno: arrestati due minori

Lombardia

Il gip del Tribunale per i minorenni di Milano Paola Ghezzi nell'ordinanza di arresto parla di "gravissime e radicate lacune educative, sfociate in un atteggiamento di assoluta spregiudicatezza e indifferenza" sia delle "regole di civile convivenza" che della sofferenza mostrata dalle vittime

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La polizia di Stato di Milano sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due minori di 16 e 17 anni gravemente indiziati di alcune delle violenze sessuali e rapine avvenute la notte di Capodanno in piazza Duomo e dintorni. L'indagine è condotta dalla Sezione Omicidi della Squadra mobile di Milano e dal Commissariato Centro. Si tratta di due ragazzi di origine egiziana, di cui uno ha il permesso di soggiorno, l'altro è un minore straniero non accompagnato.

In particolare, il 16enne giunto da poco in Italia è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra mobile in un appartamento in zona Comasina, dove viveva con altri connazionali, nessuno dei quali suo parente. Il 17enne viveva invece in un appartamento in zona Stazione Centrale, con il padre e lo zio.

Il gip: "Arrestati incuranti della sofferenza delle vittime"

I due minorenni, sottolinea il gip del Tribunale per i minorenni di Milano Paola Ghezzi, non hanno desistito "nemmeno di fronte all'evidente sofferenza patita dalle due giovani ragazze" vittime degli abusi. Nell'ordinanza la giudice parla anche di "gravissime e radicate lacune educative, sfociate in un atteggiamento di assoluta spregiudicatezza e indifferenza alle regole più elementari della civile convivenza" e di "mancato rispetto della dignità e della libertà personale di giovani donne in una serata di festeggiamenti nel centro della metropoli milanese". Si sottolinea inoltre la gravità dei fatti "indicatori di una completa mancanza di qualsivoglia presidio di legalità che direzioni le loro condotte".

Per entrambi gli arrestati sussiste, secondo la giudice, il pericolo "di recidiva" e l'unica misura idonea è quindi la "custodia cautelare" in un istituto di pena minorile. I due, tra l'altro, per il gip sono "inseriti in contesti ad altissimo rischio di devianza" e sembrano "non poter fare riferimento ad alcun ambiente familiare o educativo in grado di contenerli e di fornire positivi modelli educativi". Per loro sono indispensabili anzi "esigenze rieducative particolarmente serie e stringenti, attesa la condizione di devianza in cui versano" con "incapacità di autodisciplina". E' anche "necessario", per il giudice, "fornire ai giovani" arrestati "il senso di una risposta adeguata alle gravi violazioni commesse" per fare in modo che intraprendano poi un "percorso di crescita morale". 

Lamorgese: “Non associare le aggressioni all'immigrazione”

Le aggressioni della notte di Capodanno sono "fatti di gravissima violenza", secondo il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ai quali non va associato il discorso dell'immigrazione. "Abbiamo avuto denunce e ci sono stati fatti gravissimi di violenza verso le ragazze - ha detto Lamorgese dopo il comitato per l'Ordine pubbico e la sicurezza nel capoluogo lombardo – abbiamo esaminato l'escalation e la tecnica utilizzata. Coloro che hanno usato violenza sono ragazzi, cittadini italiani di seconda generazione, quindi non unirei il discorso immigrazione con le violenze che purtroppo avvengono anche da parte di cittadini italiani". Per il ministro, "certamente questo fa emergere una situazione di disagio sociale da parte dei ragazzi" e il bisogno di "un'attività che deve essere di accompagnamento per ricostruire il tessuto sociale".

Le indagini

I poliziotti, nell'inchiesta coordinata dal procuratore per i minori di Milano Ciro Cascone, sono giunti all'identificazione dei due minori attraverso le immagini dei sistemi di sorveglianza, la testimonianza di numerosi presenti e delle parti offese, oltre che l'analisi dei vari social network e l'utilizzo del software per il riconoscimento facciale da parte della Polizia Scientifica. Sono ritenuti responsabili delle violenze subite da due studentesse tedesche e riprese in un video. Una delle due ha riconosciuti i due minori e, spiega ancora il gip, in un video finito agli atti dell'inchiesta si "vedono molto chiaramente" i due ragazzi "vicini alle due turiste tedesche in lacrime che si stanno abbracciando per proteggersi".

Il giudice non ha riconosciuto, invece, a carico del 16enne, le accuse di violenza sessuale di gruppo, rapina e lesione relative al caso di una 19enne che ha subito abusi assieme ad un'amica. E ciò perché, scrive il gip, "il solo riconoscimento fotografico (peraltro parziale) effettuato dalle amiche della vittima" non è "sufficiente". 

Il racconto della studentessa tedesca

In particolare ci sono tra gli elementi raccolti le dichiarazioni a verbale di una delle due studentesse tedesche ventenni, sentita in Procura a Milano il 19 gennaio e che ha riconosciuto i suoi aggressori. La ragazza era tornata a Milano dalla Germania per ricostruire, davanti all'aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo, quei terribili "20 minuti" nel corso dei quali lei e un'amica sono state prima avvicinate con un pretesto, poi accerchiate e costrette a subire abusi. Nel verbale, riportato nel provvedimento di arresto odierno, la giovane racconta quanto accaduto, dalle prime molestie, verso le 23.20 in piazza Duomo, fino al momento in cui sono state spinte "verso altri ragazzi". Nel descrivere la situazione la ragazza, riporta l'ordinanza, parla di "un muro di uomini" che impediva loro di scappare. Violenze che sono andate avanti anche mentre la ragazza era "caduta al suolo" per le "forti spinte", col "branco" che tentava di strapparle di dosso il "vestito". Le due amiche "piangenti" e "visibilmente spaventate" hanno anche cercato "di abbracciarsi per difendersi dagli aggressori". 

La rapina

Al 16enne viene contestata anche la rapina di un cellulare in via Torino ai danni di due giovani, sempre la notte di Capodanno. Uno dei due, si legge nell'ordinanza, è stato colpito "violentemente" con calci e pugni in faccia e ha subito anche lesioni al "cuoio capelluto" con prognosi di 5 giorni. Il giovane, parte di un gruppo che, secondo la Questura, "si muoveva subdolamente con abilità criminale", avrebbe accerchiato la coppia aggredendola e portando via i cellulari. 

Le violenze la notte di Capodanno

Al centro dell'indagine almeno cinque episodi distinti con undici vittime in totale.  Nell'inchiesta ci sono già almeno una ventina di indagati e altri due giovani il 12 gennaio sono finiti in carcere: A. B., 21enne di Torino, per l'accusa di rapina, violenza sessuale di gruppo e lesioni (per lui il Riesame ha confermato il carcere) e il 18enne egiziano M. I. Oggi si è tenuta per quest'ultimo l'udienza davanti al Riesame. A suo carico il gip Mascarino ha riconosciuto i "gravi indizi" per il caso degli abusi su quattro ragazze vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II e della rapina ai danni di una di loro. 

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