La Procura di Monza, che ha disposto il sequestro dell'abitazione, coordina le indagini sulle sorti dell'uomo
E' stato sottoposto a fermo per indiziato delitto il figlio di Corrado D'Errico, il 65enne scomparso il 30 dicembre scorso a Cusano Milanino (Milano); il corpo carbonizzato rinvenuto il 21 gennaio scorso a Cerro Maggiore, nel Milanese, all'interno di una fabbrica abbandonata, è risultato appartenere al 65enne: a seguito della conferma, arrivata al termine di accertamenti lampo e delle indagini coordinate dalla Procura di Monza e Busto Arsizio (Varese), i carabinieri hanno eseguito il fermo nei confronti dell'indagato, Lorenzo, 33 anni.
L'omicidio
La Procura di Monza, che ha disposto il sequestro dell'abitazione, coordina le indagini sulle sorti dell'uomo. I carabinieri del Ris di Parma sono intervenuti stamattina nella villetta di Carmine D'Errico, dove vive anche il figlio, e hanno individuato molteplici tracce di sangue all'interno dell'abitazione. A quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Monza, il pensionato è stato ucciso in casa sua e il suo corpo è stato poi trascinato dall'interno dell'abitazione, e quindi portato in auto a Cerro Maggiore (Milano), dove è stato dato alle fiamme. Gli investigatori, coordinati dagli uffici giudiziari diretti dal Procuratore Claudio Gittardi, avrebbero già chiarito cosa il 33 enne avrebbe usato per avvolgere il corpo e per trasportarlo.
Sequestrata un'arma
Nel garage della villetta è stata sequestrata un'arma, con tanto di proiettili, per la quale nessuno dei due aveva la licenza. Sull'arma saranno svolti tutti gli accertamenti balistici del caso. Anche sull'auto del 65 enne, ritrovata sei giorni dopo la sparizione a qualche centinaio di metri di distanza da casa, sono stati svolti rilievi.
La scomparsa
Secondo quanto ricostruito finora, l'uomo sarebbe stato visto l'ultima volta proprio dal figlio, prima di sparire nel nulla. Quando è uscito di casa il 30 dicembre, dopo aver detto di volere andare a comprarsi una pizza, lo avrebbe fatto in ciabatte e pigiama.
Gli investigatori però hanno riscontrato delle incongruenze sulla dinamica degli eventi fornita dal figlio, il quale ha detto di non essersi accorto di nulla perché chiuso nella sua stanza, e hanno deciso di approfondire le indagini.
Sentito dagli inquirenti, già prima del fermo, Lorenzo ha ammesso di avere un rapporto difficile con il padre, tanto da trascorrere le sue giornate chiuso in camera, come la sera della scomparsa. Un altro elemento che ha destato sospetti è stato il ritrovamento dell'auto della vittima, diversi giorni dopo la sua scomparsa, a poco più di trecento metri da casa, quando inizialmente sembrava sparita nel nulla.
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