Sequestrata una partita di 126 mila forbici professionali e utensili da taglio divisi in 1.138 confezioni, importati dalla Repubblica Popolare Cinese, ma con marchio italiano, e pronti per la vendita al dettaglio. L'azienda chiarisce: "Nessuna contraffazione, solo un sequestro cautelativo per mancanza di un documento doganale". La merce è stata dissequestrata
Un maxi sequestro di forbici e coltelli con marchio italiano, ma provenienti dalla Cina, è stato eseguito dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle dogane nel Comasco. In particolare è stata sequestrata una partita di 126 mila forbici professionali e utensili da taglio divisi in 1.138 confezioni, importati dalla Repubblica Popolare Cinese e pronti per la vendita al dettaglio.
L’operazione
A seguito dei controlli, sono emerse irregolarità sia in materia di tutela del Made in Italy, per "fallace indicazione di origine", sia in materia di Codice del Consumo, per la mancata indicazione di informazioni precise su nome, sede e indirizzo del soggetto importatore. Sui prodotti c'era infatti un marchio aziendale italiano senza alcun riferimento all'origine ed alla provenienza estera delle merci. Mancavano inoltre le attestazioni del titolare o del licenziatario del marchio circa la tracciabilità della merce, ritenuta pertanto potenzialmente pericolosa. Il titolare dell'azienda, italiano, è stato segnalato alla Camera di Commercio per violazione della normativa in materia, che prevede sanzioni fino a 250 mila euro.
L’azienda: “Nessuna contraffazione, sequestro cautelativo per mancanza di un documento”
A seguito della diffusione della notizia, l'azienda, la Gimap di Premana, ha voluto specificare che non è mai stata contestata alcuna contraffazione. "Il sequestro cautelativo - scrive in una nota - è derivato unicamente dalla mancanza di un documento amministrativo doganale: l’attestazione circa le informazioni sulla fase di commercializzazione e sulla effettiva origine estera del prodotto. Non è un caso che la Camera di Commercio di Como Lecco, una volta entrata in possesso della documentazione richiesta, abbia disposto con immediatezza il dissequestro della merce, applicando la sanzione minima dovuta per il verbale di contestazione. E ad oggi la merce si trova già nei magazzini aziendali. Non è quindi assolutamente vero che Gimap ha contraffatto o taroccato le 126.000 forbici cinesi come “Made in Italy”, o con il marchio di qualità “Premana”."
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